Jamie Lee Curtis: “Mio padre mi dato 2 dritte importanti per la carriera ma ne ho ignorata una”. Jamie Lee Curtis sul padre e non solo, l’attrice statunitense figlia d’arte, 64 anni, parla di Halloween Ends, 13esimo capitolo della saga horror creata da John Carpenter, nelle sale italiane dal 13 ottobre, in una intervista a ‘La Stampa’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
All’inizio di questo percorso che consigli le hanno dato i suoi genitori, Janeth Leigh e Tony Curtis?
«Mia madre ha capito presto che ero insicura: mi vestivo come le ragazze che mi sembravano più popolari, perché non sapevo chi fossi. A un certo punto mi ha detto: sii te stessa e basta. Sapeva che era quello di cui avevo bisogno. Mio padre invece, sarò onesta, non lo conoscevo bene. Ma mi ha detto due cose importantissime per la mia carriera: di non farmi mai riprendere con una lente inferiore ai 50mm, perché non si viene bene. E aveva ragione. La seconda: ogni volta che firmi un contratto ci sono le parole “in perpetuity”, che significa per sempre. Il tuo lavoro su quel set è dello studio per sempre. Un monito per ogni volta che scelgo un film. Evidentemente non l’ho ascoltato quando ho girato Virus».
Jamie Lee Curtis: “Mio padre mi dato 2 dritte importanti per la carriera”
Halloween Ends è l’ultima parte della trilogia firmata da David Gordon Green: come è stato scriverla insieme?
«David, che mi ha fatto conoscere Jake Gyllenhaal, di cui sono la madrina, ha sempre avuto le idee chiare: per lui Laurie non è mai riuscita a superare il trauma. A 17 anni si è salvata, gli amici sono morti, è tornata a scuola e nessuno ha riconosciuto il suo dolore. È diventata la freak, la sopravvissuta. Per 40 anni ha saputo, senza che nessuno le credesse, che Michael Myers sarebbe tornato.
David mi stava proponendo un film su una donna che decide di prendere il controllo della propria vita: ed è coinciso con la nascita dei movimenti #MeToo e #TimeSUp. È stato quasi preveggente. L’ha rifatto con Halloween Kills: mostriamo le persone che si ribellano alla polizia e alle forze dell’ordine. In contemporanea ci sono state le proteste per l’omicidio di George Floyd. Poi c’è stato Capitol Hill».
In Halloween Ends Laurie ce la farà finalmente a uccidere Michael?
«L’intera città di Haddonfield si rivolta proprio contro di lei, la cui vita è stata rovinata da Michael Myers. Mostriamo le conseguenze della violenza sulle persone, come trattiamo le vittime. Questi film sono molto più di urla e sangue: parlano di chi siamo. E Laurie Strode, nonostante tutto, è una che non si arrende mai: penso sia questo il suo messaggio. Non mollare mai. In questo film finalmente sorride. Non credo che l’abbiamo mai vista farlo. Lo fa per un secondo, prima che cada il sigillo sulla saga».
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