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Lino Guanciale: “Sopravvissuti? Una discesa all’inferno. Io coerente, avevo un obiettivo e l’ho raggiunto”

Lino Guanciale: “Sopravvissuti? Una discesa all’inferno. Io coerente, avevo un obiettivo e l’ho raggiunto”. Lino Guanciale su Sopravvissuti, l’attore parla della fiction che torna su Rai1 dal 3 ottobre in sei puntate e racconta la storia di un naufragio. Ne parla in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Lino, abbiamo dovuto attendere a lungo per vedere questa serie!
«Sì, ma c’è stato un lavoro di post produzione complesso, con moltissimi effetti digitali. Le sequenze della tempesta sono tutte girate in studio. Solo nel primo episodio siamo davvero in mare su una barca vera, sulla costa ligure».

Finché arriva la tempesta…
«La barca è stata ricostruita in uno studio cinematografico a Roma, è stata messa sopra una piattaforma che la faceva muovere con tutte le gamme di beccheggio e rollio del mare, e attorno c’erano i pannelli per montare gli effetti digitali. È stato un lavoro enorme».

Lei interpreta Luca Giuliani, al timone di una bella barca con una dozzina di passeggeri.
«Tutto è tranquillo e gli equilibri sono civilissimi, con le normali simpatie e antipatie, ma poi la tempesta sconvolge i parametri, e anche persone perfettamente a loro agio nel mondo occidentale si trovano a regredire al livello della sopravvivenza: diventa una guerra fra di loro».

Il regista Carmine Elia ha dichiarato: «La tempesta ad alcuni passeggeri toglie la vita e agli altri toglie tutto il resto».
«A Luca toglie le certezze e i riferimenti. È un uomo perfettamente risolto e felice, fa il lavoro che gli piace, ha una famiglia bellissima, è innamorato della moglie, non c’è una grinza».

Lino Guanciale: “Sopravvissuti? Una discesa all’inferno”

Parte felice per una regata benefica e torna “sopravvissuto”.
«Nella sua vita non ci sono ombre, poi ci saranno degli abissi. Sarà una discesa dentro l’inferno personale molto forte, per lui e per ognuno dei personaggi, una lotta strenua per sopravvivere e allo stesso tempo per restare umani».

[…] a lei recitare cosa ha tirato fuori?
«Io sono uno che crede molto in determinate cose, sono testimone dell’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati: credo che sia una causa da abbracciare per difendere i valori della solidarietà e dell’empatia verso chi perde tutto. Credo anche di aver avuto, come il mio personaggio Luca, la fortuna di crescere dalla parte “giusta” del mondo. Ma in determinate condizioni, se non avessi più nulla, sarei in grado di difendere questi valori?».

[…] «Sul mare si fugge o si rincorre qualcosa» recita, citando Conrad. Lei è uno che fugge o che rincorre?
«Rincorro di più, poi magari rincorrendo sono come il serpente che si morde la coda. Spesso rincorrendo stai scappando da qualcos’altro».

Nella carriera cosa ha rincorso?
«La maggiore coerenza possibile, l’obiettivo che mi sono dato è stato quello di non lasciare mai il teatro. Cosa che, infatti, sono riuscito a fare».

Ora è diventato pure scrittore, ha appena dato alle stampe il libro “Inchiostro”.
«Ho sempre scritto tanto, ma erano cose private, poi durante il lockdown mi è “fiorita” fra le mani una storia che andava dritta verso la fine. È un lungo racconto o romanzo breve: la protagonista, Rosaura, segue i propri tatuaggi che sembrano impazziti e si spostano indicandole la strada per un viaggio, e lei non capisce se sia sogno o realtà».

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