Tinto Brass, la moglie: “Sesso? Gli ho fatto accettare una condizione. Matrimonio d’interesse? Non c’è patrimonio”. Tinto Brass, la moglie Caterina Varzi parla del loro rapporto e respinge al mittente le accuse che parlano di matrimonio di interesse in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
«Io erigevo muri, tentavo fughe e difese, gli dicevo che il sesso a me non importava ed era la verità. Ma più glielo dicevo più lui si avvicinava e mi cercava, mi esplorava […]».
Perché erigeva muri, Caterina?
«È la storia della mia vita, del mio rapporto con il maschile. Fin da ragazza mi sentivo prigioniera di un corpo troppo esuberante, gli uomini mi rimandavano un’immagine di sensualità che non mi ritrovavo addosso. Condizione che mi metteva in fuga rispetto alla realtà… primo rapporto a 27 anni, dopo un matrimonio non consumato»
Viene da pensare che Tinto Brass non fosse esattamente la persona ideale per lei.
«L’ho pensato anch’io, avendo un’idea di lui basata sulle chiacchiere degli altri. Peraltro non avevo visto mai nemmeno uno dei suo film».
Quando ha cambiato idea?
«Mi è capitato di conoscerlo e ha preso il sopravvento la profondità». Lui sorride, come per dire, scontato.
Dove vi siete conosciuti?
«Era il 2007, io facevo l’avvocata per conto di una società di produzione cinematografica interessata a fare un documentario sulla sua vita. Lo incontrai all’hotel Parco dei Principi ai Parioli per discutere del contratto. La cosa non andò in porto ma io nel frattempo avevo letto le sue memorie difensive di una causa per atti osceni riguardante un suo film, Caligola. Mi aveva colpito la forza dell’analisi, utopia, potere, follia, metteva insieme tutto in modo geniale ed eretico e questo mi aveva sedotto» […] «Gli ho fatto accettare un amore non sessualizzato».
Tinto Brass, la moglie: “Sesso? Gli ho fatto accettare una condizione”
È stata dura?
«Per nulla, Tinto sa accettare l’altro così com’è e manifesta il desiderio con dolcezza ed estrema delicatezza. Devo anche dire che è arrivata molto presto la sua malattia: un ictus che gli ha fatto perdere la memoria di colpo e gli ha creato grossi problemi. L’ho aiutato a recuperare il passato attraverso il suo archivio. Lui dice che l’ho riportato alla vita nel momento in cui pensava alla morte».
Cosa dice Caterina a chi sospetta il matrimonio d’interesse?
«E quale sarebbe l’interesse? Il patrimonio? Non esiste. La gloria? Effimera».
Si fanno sentire le varie attrici dei suoi film?
«Sono sparite un po’ tutte ma lui la vive con ironia. Capisce la scelta del disconoscimento, l’emancipazione da quei ruoli».
Con chi è rimasto in contatto?
Lei: «Stefania Sandrelli è venuta di recente a trovarci. Un incontro commovente, erano felici di rivedersi dopo tanti anni. Hanno rievocato la Chiave. Anche Anna Ammirati, la Monella, è stata da noi più volte. Con Serena Grandi si sentono al telefono. Le altre, Koll, Galiena, Dellera… nulla. Ma lui sorride dolcemente, adorabile».
[…] Progetti?
«Un film documentario sulla sua vita, partirà a settembre, titolo Una passione libera, sarà un Tinto Brass alla Hitchcok che presenta i suoi inediti… Scusaci ma adesso lui è stanco e io devo andare dal parrucchiere».
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