Stefania Sandrelli: “Soldati? Gli ultimi anni con lui sono stati di rinunce. Avevo bisogno di aiuto”. Attesa a Venezia con il film «Acqua e Anice» di Corrado Ceron e per ricevere il prestigioso Premio Bianchi, l’attrice ha rilasciato una lunga intervista a OGGI, sul numero in edicola questa settimana, della quale vi proponiamo alcuni passaggi.
Sul lavoro. «Il cinema è la mia vita, ma che altro possono offrimi ancora?… Ho fatto più di cento film, televisione, teatro, ho diretto un’opera. Girare “Acqua e Anice” mi è piaciuto immensamente, ma la mia vita professionale sta per finire. Se mi dispiace? Ma no, ho dato tanto, ho fatto tanto… Mi preoccupa solo che se smetto di lavorare il mio tenore di vita cambierà».
E a OGGI racconta con sincerità il momento difficile che sta attraversando dopo che il compagno, il regista Giovanni Soldati, è stato costretto a un lungo ricovero: «Si è ammalato, ha avuto bisogno di aiuto. Io non potevo non esserci. Non potevo».
Stefania Sandrelli: “Soldati? Gli ultimi anni con lui sono stati di rinunce”
Ma la malattia si è inserita in una crisi di coppia di cui la Sandrelli parla per la prima volta: «Forse ora è giusto farlo, giusto per me. Mi fa bene… Quando si è ammalato eravamo da tempo stanchi l’uno dell’altra. Io ero distratta da altre persone, lui probabilmente pure. Ci sentivamo obbligati a vivere insieme. Gli ultimi anni con lui sono stati anni di rinunce. All’affetto. A una carezza».
Confida l’attrice: «È un uomo onesto. Non finge, mai… Forse si è stancato di una donna troppo impegnativa, di essere l’uomo della Sandrelli». Che ammette: «Lasciarci è una cosa che forse farebbe meglio a Giovanni che a me. Io lo rivorrei con me, sempre, sempre».
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