Il boom dell’ecommerce? Adesso si sta tutto stabilizzando. Sono stati spesi fiumi di parole sul boom dell’ecommerce legato alla pandemia. Persone che fino a gennaio 2020 non pensavano minimamente che il commercio sul web potesse dare i suoi frutti si sono ritrovati a sviluppare in tempi record un sito in cui commercializzavano la propria roba sul web.
Però, come spesso succede, ci sono i cicli. Nella vita così come nell’economia. E, complice anche fattori esterni come i rincari e la guerra, l’ecommerce si starebbe stabilizzando su livello perfino antecedenti al Covid. Al di là, comunque, dei numeri precisi, il fatto certo è che c’è sicuramente una flessione delle vendite. Ecco come mai e come fare per emergere.
Tanta offerta ma la domanda sta diminuendo
Basta fare una semplice ricerca sul web per vedere come l’offerta degli ecommerce sia davvero tanta. Su qualsiasi prodotto, ci sono fiori di proposte che vengono fatte. Però, se nel 2020 la domanda era davvero tanta – complice il lockdown e l’impossibilità di muoversi da casa – oggi la domanda sta diminuendo drasticamente. Per almeno due motivi. Il primo, come già accennato, è il fatto che le persone adesso possono muoversi liberamente e, quindi, piuttosto che stare chiusi in casa preferiscono farsi una passeggiata e ritornare al proprio negozio di fiducia.
Il secondo è che i rincari di cui si parlava prima hanno fortemente limitato le possibilità di spesa delle persone. In maniera molto semplice: se lo stipendio resta lo stesso ma le spese aumentano, va da sé che il potere d’acquisto diminuisce e, quindi, si spende di meno. Soprattutto per quelle cose che non sono necessarie.
Sono davvero pochi i settori dove non c’è concorrenza
Il boom dell’ecommerce legato alla pandemia ha avuto un altro effetto: cioè la quasi impossibilità di andare a incunearsi in settori dove la concorrenza non c’è. Adesso, c’è la possibilità perfino di trovare gratta e vinci da acquistare su internet e non più al tabaccaio di fiducia. Un’autentica rivoluzione che ha reso impossibile sostenere economicamente un ecommerce. Anche perché c’è stata per diverso tempo la falsa concezione che l’ecommerce fosse quasi un negozio di serie B, dove le spese sono poche, l’investimento ridotto e le entrate sicure.
Magari fosse così ma basta chiedere a chi ha un po’ di dimestichezza che possedere un ecommerce richiede delle competenze praticamente impossibili da trovare in una sola persona. I giovani sono troppo pochi in Italia. L’Italia non è solo un paese per vecchi ma è un paese di vecchi. In questa frase, ovviamente, non c’è nulla di offensivo.
Semplicemente il fatto che se l’età media è alta, vuol dire che non c’è quella propensione a investire nell’online e a fare quelle attività rivoluzionarie per chi è avanti con l’età. Ci sono, infatti, intere fette di popolazione che non possono accedere a internet e che non sanno nemmeno come funziona uno smartphone. Sembra paradossale, ma è così. E, questo, è un problema grosso che hanno tutti coloro che decidono di investire nell’online. Un investimento, oggi, per giunta, imprescindibile.
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