Alicia Vikander: “Irma Vep? Abbiamo un aspetto in comune. Con Preljocaj mi sentivo un’impostora”. Alicia Vikander su Irma Vep e non solo, l’attrice svedese premio Oscar si racconta e parla del film di Olivier Assayas in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Dietro le quinte funziona davvero come si vede in Irma Vep, fra isterismi, insicurezze e intemperanze?
“Sì: è stato divertente alzare il sipario e mostrare come va. Ovvio, è una commedia, quindi certe caratterizzazioni sono spinte all’estremo, quasi caricaturali. Quando ho letto la sceneggiatura, ho riso spesso di gusto e più volte mi è venuto da pensare: “Ah, ma io uno così l’ho conosciuto! Ah, ma è la stessa situazione di quella volta!”. All’inizio delle riprese era difficile distinguere i membri effettivi della troupe da quelli della troupe del film nel film”.
Lei ha un’assistente personale come l’indispensabile Regina/ Devon Ross dello schermo?
“Mai avuto qualcuno che vivesse con me 24 ore al giorno o mi cucinasse o mi preparasse un caffè. Non sarebbe proprio da me! Ma è qualcosa che mi ha sempre intrigato, ho conosciuto parecchi colleghi che non si muovono mai da soli”.
C’è qualche analogia di altro tipo tra lei e Mira?
“Come lei, credo nei fantasmi (sorride). E con lei condivido una passione assoluta per il cinema: in Irma Vep si capisce bene quanta fatica ci sia dietro ogni progetto e cosa ci spinga comunque a continuare. Olivier, che mi conosce da un po’, ha messo qualche cosettina mia qui e là: niente di significativo, nessuno se ne accorge, lo so solo io. Mira, complicata e imprevedibile, mi piace, ma a volte è una str… Anzi no, mi correggo”.
Alicia Vikander: “Irma Vep? Abbiamo un aspetto in comune”
[…] Lei si butta nei ruoli o mantiene le distanze?
“Non sono una che segue il metodo Actors Studio e si identifica: vado sul set, mi calo nel personaggio, nel qui e ora, poi me lo scrollo di dosso e torno a casa. Per me un momento fondamentale è quando infilo gli abiti di scena. Lì avverto la sensazione fisica: “Ah, dunque questo è il ruolo!””.
[…] Mira è una privilegiata, eppure si sente in trappola. Mai provata la stessa sensazione?
“In questo mestiere ti puoi sentire sola, e spesso. Ma è un aspetto su cui ho lavorato sin dall’inizio: per me è sempre stato importantissimo avere i piedi per terra e sicurezza nella mia sfera privata. Invece se la tua carriera viene al primo posto, nella nostra industria significa passare da un lavoro al successivo, cambiando Paesi, costellazione di amici e conoscenti… Le tue radici scompariranno se non ti sforzi di mantenerle. Mira è in quell’età in cui ci si domanda: chi sono, chi sarei io fuori da questi kolossal faraonici? E si butta, per cambiare, nel progetto low cost di Irma Vep”.
A lei va meglio: alterna i Tomb Rider con pellicole indipendenti.
”Non faccio film perché devo farli. Ho amato impersonare Lara Croft. E non avevo più partecipato a una serie dal 2008″.
In Irma Vep ci sono scene in cui danza. Nostalgia?
“Un bagno di umiltà. Non prendevo lezioni da 14 anni e mi sono ritrovata a lavorare con Angelin Preljocaj, uno dei massimi coreografi mondiali! Mi sentivo un’impostora: e all’improvviso – grazie a Olivier – ero sola in una sala con lui, che aveva appena lasciato l’Opéra di Parigi per venire lì ad aiutarmi! (ride). Come un lancio assai riuscito di yahtzee…”.
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