Zucchero: “Mick Jagger? Gli ho fatto una delle mie battutacce. E si è rotto il ghiaccio”. Zucchero su Mick Jagger e non solo, il cantautore emiliano, 66 anni, apre lo show dei Rolling Stones in Germania e ne rivela i retroscena in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Ieri ha aperto il concerto della più grande rock band della storia a Gelsenkirchen, in Germania. Sensazione?
«È stato un onore essere stato scelto da loro per la seconda volta come gladiatore che incita il pubblico per l’arrivo dell’imperatore».
Unica doppietta italiana. La prima volta fu nel 1999, a Imst in Austria: ricordi?
«Suonai dopo Bryan Adams e prima di loro. Li incontrai nel backstage, avevano una grande tenda con un biliardo e un juke box. Loro erano tranquilli, io un po’ in ansia… ci siamo bevuti un drink e facendo quattro chiacchiere si era creata chimica».
Zucchero: “Mick Jagger? Gli ho fatto una delle mie battutacce”
Con Jagger si è rivisto…
«L’estate scorsa in Toscana. Era ospite del conte della Gherardesca a Castagneto Carducci e sono stato invitato alla festa di compleanno di Mick. Quando è arrivato ho fatto una delle mie solite battutacce: “I’ve heard about you”, ho sentito parlare di te. E lui “anche io”. E si è rotto il ghiaccio».
Quindi?
«Dopo cena qualcuno del pubblico mi ha riconosciuto e mi ha chiesto di cantare. Ho preso una chitarra dallo studio di Jagger e ho fatto “Con le mie lacrime”, la versione di “As Tears Go By” che gli Stones incisero in italiano. Lui mi ha seguito, se la ricordava. E poi ho attaccato con “Senza una donna”. Mick conosceva la cover di Paul Young, ma sbagliava e diceva “Senza Madonna”».
Lo ha corretto?
«No, e come fai a dirglielo? Ho chiuso con “Diamante”: aveva il figlio piccolo in braccio e gli ho visto gli occhi lucidi, gli sarà arrivato qualcosa al di là del testo».
[…] La generazione trap è criticata perché in molti sembrano non averlo nemmeno agli inizi questo fuoco: concerti in playback e insulti ai fan se non si scatenano come nel caso di Rhove.
«Manca il mestiere. La gavetta ti insegna l’abc del mestiere, come costruire una scaletta, come adeguarsi alle reazioni del pubblico. Io l’ho imparato agli esordi, quando suonavo nelle sale da ballo».
Dopo un tour così lungo ha paura del vuoto del ritorno?
«È il mio pensiero. Voglio continuare a fare a musica ovunque ci sia qualcuno che me lo richiede, ma adesso non ho voglia di fare dischi. Deve venirti l’esigenza di scrivere e stare un anno e mezzo fuori dal resto del mondo».
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