Giovanni Minoli: “Mia moglie? Dopo le nozze tornò a casa con un francese. Ho amato altre donne, ma lei…”. Giovanni Minoli e la moglie Matilde Bernabei, il giornalista e la sua consorte parlano del loro matrimonio che dura ormai da 48 anni, in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Le case sono sempre state due o lo diventano a un certo punto?
Giovanni: «Prima, era una. Quando nostra figlia Giulia si è sposata, io sono andato a vivere per un po’ da solo in via di Monserrato, poi, abbiamo diviso quest’appartamento e sono tornato. Abbiamo scoperto che stare in due case vicine è il modo sicuro per mantenere un rapporto».
Perché se n’era andato?
«Avevo bisogno di vivere senza dire alcuna bugia. Mi è capitato di dirne e, dentro di me, mi sono costate carissime. Dopo, quando ho conosciuto la libertà della verità, non l’ho più lasciata. Io amo Matilde, ma tutti gli altri ammennicoli sulla coppia non so cosa sono».
Matilde: «Domenica scorsa, eravamo a un matrimonio: io mi commuovo ancora quando vedo sposarsi due che si amano. Perché quando dici “ti amerò nella buona e nella cattiva sorte, nella gioia e nel dolore”, è fortissimo, ma sei giovane e non ti rendi conto di cosa significherà».
Giovanni: «Ma dici anche “per sempre”: è quello che cambia i connotati a tutto. Io non so dare il “per sempre” per scontato. Penso che devi risceglierlo giorno per giorno. La vita offre esperienze nuove, ma soprattutto, noi cambiamo e io ho orrore dell’ipocrisia: voglio essere sincero e assumermene le conseguenze».
Giovanni Minoli: “Mia moglie? Dopo le nozze tornò a casa con un francese”
E ora il vostro è un matrimonio senza ipocrisia, senza bugie?
«Io so che mi sono messo con Matilde perché sono stato rapito dalla sua anima e avevo bisogno della sua anima per vivere. Non sono mai riuscito a togliermela di dosso neanche quando ci ho provato. Era il senso e la linfa della mia vita. Non mi sembra pochissimo. Poi, che cosa c’è in mezzo lo sa Dio. Io sono passionale, tutto quello che ho inventato l’ho fatto sotto emozione, lavorando con persone con cui c’erano stima e amicizia ma, piano piano, amicizia e amore possono diventare una cosa sola, un motore della vita con tutte le sue varianti, casini, complicazioni e, in questa dinamica, mi è capitato di innamorarmi di altre donne».
Anche a lei, Matilde è successo di innamorarsi di qualcun altro?
Giovanni: «Ti ha chiesto se ti è capitato non solo di essere amata, ma d’innamorarti. Rispondi, perché la giri sempre che sei stata tanto corteggiata».
Matilde: «Io partirei dagli inizi».
Giovanni: «Ottimo: eravamo sposati da quattro giorni, sei andata a un convegno, sei tornata a casa con un francese. Ma dico! Mi fa: ti dispiace? E io: ma no».
Matilde: «Ma io col francese non ho fatto niente»
Giovanni: «Che c’entra?».
Scusate, chi è il francese?
Matilde: «Ma nessuno. Le spiego dall’inizio: incontro Giovanni sapendo già da suo fratello che, della loro grande famiglia, lui era il più intelligente, creativo e straordinario e che non si sarebbe mai sposato e non avrebbe mai avuto figli. L’ho visto ed era anche molto figo, speciale — vogliamo usare un’espressione desueta? — ho visto il principe azzurro. Ho pensato: potrà essere solo un’avventura, pazienza. Ho poi verificato la sua intelligenza, Giovanni capisce la realtà e perciò prevede il futuro, non ci stanchiamo mai di parlare».
Giovanni: «Noi non ci siamo mai stufati di parlare anche quando le cose andavano malissimo».
Matilde: «Comunque, lui aveva 29 anni e io venti, era tanta differenza».
Giovanni: «Ti ha chiesto se sei stata innamorata di altri, non hai risposto».
[…] Se lui non si voleva sposare, come siete finiti all’altare in pochi mesi?
Matilde: «Mio padre dice: so che vedi Giovanni Minoli, che è molto più grande di te, quindi non starete a parlare di Napoleone; o lo sposi o non lo vedi più. Io pensai: faremo solo finta di non vederci».
Giovanni: «Invece, le ho detto: sposiamoci. Conoscendo suo padre, sapevo che il “vediamoci di nascosto” sarebbe stato impossibile». Guarda la moglie: «Io avevo già sentito l’importanza di te nella mia vita, ma non ti avrei sposato mai. Forse adesso, sì, adesso, ti sposerei. Una dichiarazione così buttala via».
Matilde: «Tu sei quello delle uscite inattese. Quel giorno, fu una gioia immensa».
Giovanni. «Io non ero felice di sposarmi però ero felice che fosse con te».
Matilde: «Proprio in virtù del suo punto di partenza, del suo “non mi sposerò mai”, un giorno, sulla spiaggia di Punta Ala, gli ho detto: tu mi hai amato più di quanto ti ho amato io».
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