Lorenzo Zurzolo: “Carriera? La svolta su un set. Io poco social, i miei colleghi sono più influencer che attori”. Lorenzo Zurzolo sulla carriera e non solo, l’attore romano, 22 anni, ripercorre le tappe più significative della sua vita in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
[…] Il ricordo più prezioso del Festival?
“Tanti! Essere lì, fra i colossi del cinema, è stata la realizzazione di quel che sognavo da bambino (ho iniziato a recitare a sette anni). Fra gli altri, ho conosciuto Xavier Dolan (canadese, premiatissimo enfant prodige della regia, ndr): un giorno, per caso, avevo aperto Instagram e mi ero accorto che mi seguiva, aveva messo un like. Chissà come mi ha scoperto. In realtà, io non frequento molto i social, li uso solo come vetrina lavorativa, non amo condividere il resto”.
Insolito, per uno della sua generazione.
“Vedo amici diventati più influencer che attori, e lavorano tanto grazie a questo, ma – per quel che voglio fare io – questo aspetto non è importante. Skolimowski non mi ha certo cercato su Instagram né mi ha scelto per il numero dei follower (che comunque sono quasi un milione e mezzo, ndr)”.
Cos’è che “vuol fare lei”?
“Solo quello che istintivamente mi piace, senza strategie. Lavorare con Dolan, appunto, o con Leos Carax (Holy Motors, grandioso!) o con Gaspar Noé (ah, il suo Climax!). Adoro i thriller psicologici alla David Lynch, adoro le storie estreme: in questo periodo vado pazzo per The Boys, la serie su Amazon Prime in cui i Supereroi sono i cattivi della situazione, viziati dalla celebrità. Spero di avere presto un ruolo simile a quello di Homelander, il protagonista. Del resto, se uno possedesse davvero i superpoteri, oggi si metterebbe a salvare il mondo? Mah…”.
Lorenzo Zurzolo: “Carriera? La svolta su un set”
[…] I suoi hanno sempre appoggiato la sua scelta?
“Mamma, che ha una società di produzione e organizza eventi, è stata la mia prima fan. Papà, giornalista Rai, era abbastanza contrario: tiene molto allo studio e mi ripeteva “Se prendi un debito al liceo – frequentavo il linguistico – non fai più l’attore”. All’inizio era un gioco (a sette anni ho girato uno spot con Francesco Totti e per me, che sono romanista, è stata un’esperienza… assurda!). Qualche fiction come Don Matteo e, a 12 anni, la svolta: con Una famiglia perfetta di Paolo Genovese ho capito che non potevo fare a meno del set, senza mi sentivo male”.
[…] Non ha pensato di scegliersi un cognome d’arte?
“No, mai. A 18 anni è arrivato Baby, non ho più smesso di lavorare. Non mi è rimasto tempo neppure per frequentare l’accademia, mi devo limitare a qualche workshop”.
[…] La sua vita pare brillante: un lavoro creativo, il successo… Qualche lato negativo?
“Non posso più uscire in pigiama a prendermi una birra? Capirai!”.
E fra trent’anni, Lorenzo? Come si immagina?
“Con una famiglia (al momento sono single), dei figli. In una bella casa sulle colline di… Hollywood (ride)” (fonte foto).
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