Drusilla Foer: “Amore? Si ma non corrispondo. Società sempre contro le donne per un motivo“. Drusilla Foer, l’amore è non solo, la conduttrice parla per la prima volta insieme al suo «creatore e alter ego» Gianluca Gori in una intervista a ‘Vanity Fair’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
[…] Dove finisce Gianluca e dove inizia Drusilla?
«Non ci sono limiti. Perché Drusilla non prende lo spazio di nessuno. È tutto naturale. Com’è naturale che nell’Amleto di Shakespeare a un certo punto Polonio muoia. Qui dentro ognuno è al suo posto. E i pensieri vengono da un unico assemblamento di valori».
La sua è una maschera come quella del teatro classico?
«Vede, le maschere non nascondono. Rendono solo più fruibile il contenuto. È come quando dici “ti amo” a una persona in un modo goffo o distratto perché non hai il coraggio di guardarla negli occhi. Permettono di ascoltare senza sentirsi minacciati».
In Rai conduce un programma classico, tradizionale. Ma lei affronta tutto con spirito contemporaneo, nuovo, senza nostalgie.
«Ci vuole lealtà. E chiedersi: che ci sto a fare qui? E questo significa mettersi in gioco nel momento in cui si vive. La contemporaneità è una storia di lealtà intellettuale ed emotiva».
Come mai, secondo lei, la contemporaneità continua ad avercela con le donne, con la loro libertà, col loro diritto ad autodeterminarsi, per esempio, col diritto all’aborto?
«Sempre per un fatto di lealtà. È da sempre così: la storia delle società ha un problema di rapporto con l’individuo. Perché dalla preistoria gli stereotipi ci tranquillizzano. La società ce l’avrà sempre con le donne perché rivedere lealmente la figura femminile presuppone di scalzare altre visioni dell’uomo che sono quelle che ci hanno tranquillizzato da secoli».
Drusilla Foer: “Amore? Non corrispondo”
[…] Lei sostiene che bisogna trattare se stessi come figli, che bisogna imparare a diventare i genitori di se stessi. Cosa significa?
«Trattarsi come figli propri vuol dire darsi la possibilità di perdonarsi. E perdonarsi è una figata pazzesca».
[…] Si è mai innamorato qualcuno di Drusilla?
«Sì, perché questo è un contenitore che può accogliere molte proiezioni».
L’ha sorpresa?
«Mah, sorprendermi… Se ti innamori di un soggettino così…».
Ha mai pensato di corrispondere?
«No. Siamo in troppi in questo contenitore. È troppo affollato per rispondere a un solo amore. E i parametri di coloro che abitano in questo contenitore sono molto diversi».
Sua madre è viva, suo padre scomparso. Cosa dicono o direbbero di lei?
«Mia madre è stupita. Non la si può certo definire una donna di sinistra, ecco, però ha brandito la copertina dell’Informatore Coop con la mia foto e l’ha fatta vedere a tutti. Ad oggi, è la cover che mi ha lusingato di più. Mio padre, se fosse vivo, mi guarderebbe a distanza, sorridendo con un filo d’orgoglio».
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