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Deborah Compagnoni: “Divorzio? No a disperazione a 50 anni. Mio fratello morto un dramma che mi ha cambiata”

Deborah Compagnoni: “Divorzio? No a disperazione a 50 anni. Mio fratello morto un dramma che mi ha cambiata”. Deborah Compagnon sul divorzio e non solo, in una intervista al settimanale ‘F’, l’ex sciatrice, 52 anni, parla della separazione da Alessandro Benetton con cui ha 3 figli ( Agnese, 22, Tobias 19, Luce, 16), avvenuta nel 2021.

Chi è Deborah oggi?
“Non credo di essere mai cambiata dentro, ma ho vissuto mondi diversi e fasi diverse. Quella delle gare, dove pensavo solo a sciare, e poi quella da mamma che ho affrontato con lo stesso spirito, a tempo pieno”.

Ora i suoi figli più grandi studiano in America.
“Tobias è partito in terza superiore e ora fa l’università li. Agnese l’ha raggiunto dopo la maturità. Luce invece, che ha 16 anni, studia a Treviso. Mi divido tra lì e Santa Caterina Valfurva, dove abitano i miei. Siamo molto legati e, dopo la morte di Jacopo, cerco di stare vicino sia a loro che a mia cognata e alle sue due bambine: la piccola non ha nemmeno 3 anni, la grande 5”.

[…] Lei come è diventata un’atleta?
“In maniera graduale. Mio padre aveva la passione, era maestro e allenatore e ci portava a sciare nella natura. Aveva un approccio molto tranquillo sulle gare. E quando a 15 anni sono entrata in squadra mi ha lasciata agli allenatori, non si è mai più intromesso. Adesso negli sport vedo genitori ultra competitivi: aspettano i figli al traguardo e, se non fanno il risultato, gli rinfacciano i sacrifici fatti per loro. I ragazzi devono capire che non si vince per un genitore o per un allenatore ma per se stessi”.

Deborah Compagnoni: “Divorzio? No a disperazione a 50 anni”

Se ripensa agli anni delle gare, direbbe che è stato il periodo più bello della sua vita?
“No. Il periodo più bello è stato prima. Quando cominci ad avere delle responsabilità non sei più spensierata. A 18 anni poi mi sono infortunata al ginocchio, mi hanno operato male, e invece di 7-8 mesi ho perso un anno e mezzo. Oggi c’è chi recupera gravi infortuni in molto meno tempo. Erano altri tempi. Gli atleti non erano seguiti come oggi. Le donne poi erano considerate meno di zero, fino al ‘92, quando alla presidenza della federazione è arrivato il generale Valentino, e ha equiparato il nostro budget a quello dei maschi”.

Dopo vent’anni è tornata a trascorrere molto tempo nel suo paese d’origine. Non sarà facile, dopo la morte di suo fratello. Anche se, quando ne parla, sembra piuttosto serena.
“Dipende dal mio carattere, e dal mio percorso di vita, anche se è stato un colpo durissimo. Una perdita così irreparabile, irreversibile, non me l’aspettavo proprio. Lui non c’è più. È qualcosa che, anche se ti capita di sentire dei lutti degli altri, non capisci finché non tocca a te”.

Il lutto l’ha cambiata?
“In una fase già particolare della mia vita do un valore diverso a tutto, all’importanza di esserci per le persone a cui vuoi bene davvero. Mi sono molto riavvicinata alla mia famiglia e ho acquisito più lucidità nel riconoscere le persone con i valori. Prima ero più confusa”.

Che cosa c’è nella nuova vita, la terza, di Deborah?
“La libertà. Anche di dedicarmi a progetti benefici, e di seguire le cause che mi stanno a cuore”.

E l’amore? Separarsi a 50 anni non è facile per una donna. Si fa fatica a vedere nuove opportunità sentimentali.
“Non sono d’accordo: è un modo sbagliato di vedersi nel mondo. La persona con cui non stai più bene – o dalla quale, in certi casi, sei stata lasciata – non è l’unica. Basta pensare così”.

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