Diletta Leotta: “Ero ossessionata dalla perfezione, poi mi sono accorta di un aspetto. Sono competitiva ma solo con me stessa”. Diletta Leotta ossessionata dalla perfezione a inizio carriera, la conduttrice siciliana di Dazn (32 anni) si racconta tra privato e lavoro in una intervista a ‘La Stampa’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
La bellezza è sempre solo un vantaggio oppure può diventare fonte di problemi?
«Secondo me è un dono e poi, certo, se fai questo mestiere, non guasta. Poi, però, quello che conta è studiare, lavorare su se stessi, impegnarsi. All’inizio della mia carriera cercavo di essere sempre perfetta, era quasi un’ossessione, poi mi sono accorta, che facendo così, perdevo un po’ di autenticità che invece è la cosa più importante. Ma questo lo capisci dopo, con l’esperienza».
Essere famosi comporta lati negativi, per lei quali sono?
«Mi viene abbastanza naturale essere sempre sorridente, carina, truccata, vestita bene, però a volte fai un po’ fatica, ci sono giornate in cui non vorresti sorridere per niente, non vorresti truccarti e ti piacerebbe restare chiusa a casa, ma se scegli questo mestiere è una cosa un po’ difficile da gestire».
Se dovesse descrivere Diletta quali aggettivi userebbe?
«Serena. Competitiva, ma solo con me stessa, a me chiedo sempre il massimo».
Ha detto che i suoi familiari l’hanno sempre supportata. Senza chiederle nulla?
«L’unica condizione era che mi laureassi e infatti mi sono laureata in Giurisprudenza. L’università ti insegna l’etica del lavoro, ti prepara all’entrata nel mondo professionale, ti fa capire il modo con cui superare gli ostacoli. Poi, chissà, potrei decidere di fare l’avvocato, magari la procuratrice calcistica».
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