Max Giusti: “Io boss? Ho un difetto, mio padre sarebbe fallito se avesse puntato su di me. A casa il boss è mia moglie”. Max Giusti su Boss in incognito e non solo, il conduttore e comico romano, 54 anni, parla della nuova edizione del suo programma in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Quindi, Max, in quali panni la vedremo?
«Una volta sono Giancarlo proveniente dalle Marche, un’altra volta Giovanni da Porto Ercole. Entrambi sono rimasti senza un lavoro. Nell’ultima puntata, dedicata ad un’azienda friulana che esporta pizze in tutto il mondo, mi sono svegliato e sono diventato Pasquale, che arriva direttamente da Fuorigrotta. Per me è stata una prova importante. Ogni volta dovevo entrare nella personalità di un individuo, pensare come lui, parlare come lui e muovermi e agire secondo il suo temperamento. Insomma, un perfetto metodo Stanislavskij (ride)».
[…] Lei da giovane ha “rischiato” di diventare un capo ereditando il negozio di ferramenta del suo papà, che aveva numerosi dipendenti.
«Sì, è vero. Alla fine, però, non sono diventato un capo ma ho avuto la fortuna di fare il lavoro che sognavo fin da ragazzino. C’è un altro aspetto non trascurabile, poi: io sono sempre stato poco abile nel farmi pagare. Quindi se mio padre avesse puntato su di me, lo avrei portato al fallimento… Sono un disastro vero sul fronte degli interessi personali»
Max Giusti: “Io boss? Ho un difetto, mio padre sarebbe fallito”
[…] Nella sua famiglia chi è il boss?
«Risposta scontata: mia moglie (Benedetta Bellini, ndr). È lei che detta legge (ride). Per fortuna che dall’altra parte ci sono i nostri figli (Matteo, 11 anni e Caterina, 9, ndr) che sono dolcissimi. Però devo dire che, proprio grazie a mia moglie, i bambini sono molto educati e rispettosi. Matteo si sta avviando verso l’adolescenza e sta sempre più affermando la sua bella personalità. Caterina è generosa, altruista. La sua tenerezza è commovente. Sono fortunato ad avere una famiglia così».
E lei, quanto si sente boss?
«Della mia vita sempre. Tutte le scelte che ho affrontato sono state pensate, ripensate e sostenute da me, che non vengo da una famiglia di attori o di persone che facevano parte del mondo dello spettacolo. Ho voluto intraprendere questo mestiere senza che nessuno mi indicasse o mi insegnasse la strada. E me la sono cercata anche, qualche volta sbagliando, ma sempre con la consapevolezza e avendo ben chiaro, dentro di me, l’obiettivo».
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