Andrea Dodero: “Blocco 181? Quanti provini ma né è valsa la pena. Io da pasticciere ad attore, così è iniziato il sogno”. Andrea Dodero su Blocco 181 e non solo, l’attore genovese, 25 anni, protagonista della nuova serie in onda su Sky Atlantic, si racconta in una intervista a ‘Vanity Fair’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Da dove nasce l’amore per la recitazione?
«Non saprei ricollegare la data, ricordo la prima volta a teatro: invece di concentrarmi sulla scena ero affascinato da quello che s’intravedeva delle quinte, da chi entrava e usciva dal palco e io volevo sapere da dove arrivava il cast. È stato un interesse nato verso i 13 anni e proseguito fino ai 17, poi l’ho accantonato. Successivamente l’ho ripreso e per farlo mi sono trasferito a Roma, dove ci provo da cinque anni».
Viene da una famiglia d’arte?
«No, ho due fratelli e una sorella, ma nessuno si è cimentato in questo campo. Papà prima della pensione lavorava in ambito farmaceutico, mentre mamma è dietologa. Comunque mi hanno sempre incoraggiato, visto che la recitazione mi riusciva meglio delle altre cose».
Si è cimentato in altri lavori prima di diventare attore?
«Dopo il diploma ho lavorato per un anno e mezzo in pasticceria per mettere quattrini da parte per partire e così ho iniziato con questa piccola gavetta».
Come ha reagito ai primi “no” ai provini?
«Sono aperto ad accettare le critiche costruttive, per migliorare. Rispetto ai no dei provini ho sempre cercato di avere i paraocchi, ci sbatto la testa e poi mi ci rimetto con sana umiltà. Per Blocco 181 ho fatto sei provini in sei mesi, da ottobre a febbraio, ma ne è valsa la pena».
[…] Attore di riferimento?
«Denzel Washington: sono innamorato segretamente di lui perché guardavo i suoi film con papà e ne ho sempre ammirato verità e tenerezza».
Andrea Dodero: “Blocco 181? Quanti provini ma né è valsa la pena”
E nel panorama italiano?
«Ho un’autentica ammirazione per Marcello Mastroianni. E ho scoperto Luca Marinelli, meraviglioso, ed Edoardo Scarpetta, che pur giovanissimo ha puntato su progetti di qualità come Le fate ignoranti, con una forza attoriale combinata a fragilità davvero rara».
Come passa le giornate quando non lavora o studia?
«A casa con la mia compagna Elisa (Nardini, anche lei attrice, ndr.) e il mio gatto Oliver. Siccome il mio non è un mestiere in cui si timbra il cartellino, sto pensando di mettere su una piccola compagnia teatrale. Elisa intanto frequenta l’università e secondo me l’ingaggio di Blocco 181 è arrivato grazie alle sue energie, quando l’ho incontrata. È la mia isola felice. Certo, siamo diversi e ognuno ha i suoi bisogni, ma con lei sono migliorato come persona e come attore. Oramai il mio mondo è qua, a Genova ho perso quasi tutti i contatti, mi è rimasto un solo amico».
[…] E a Roma?
«Ho cambiato tante case, dalla Tuscolana al Pigneto e mentre ci vivevo con un collega e amico, Paolo Madonna, quella casa ci ha portato bene perché abbiamo superato entrambi i nostri provini, io per la tv e lui per il teatro. Mi disse: “Pensa se ci prendono insieme” e io ho pensato: “Un fulmine non colpisce mai due volte nello stesso posto”. E invece è successo. Adesso invece viviamo tutti e tre sull’Aventino, un posto a cui mi sono già affezionato».
Cosa la aspetta dopo?
«Stringere in mano il primo premio della carriera, in piedi, su un palco, per poter ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato ad arrivare fino a qui. Quella sì che sarebbe un’emozione!».
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