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Siani: “Whirlpool ? Il caso va risolto in un solo modo. Io fiero di mio padre operaio, mi ripeteva sempre una frase”

Siani: “Whirlpool ? Il caso va risolto in un solo modo. Io fiero di mio padre operaio, mi ripeteva sempre una frase”. Alessandro Siani sul caso Whirlpool di Napoli, l’attore e comico partenopeo in uscita con un documentario sulla storia degli operai della fabbrica di Ponticelli. Ne parla in una intervista rilasciata a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Siani è la voce narrante del nuovo documentario di Gianfranco Pannone, Via Argine 310, sugli operai della Whirlpool di Napoli. Com’è nata l’idea di questo singolare e appassionato progetto di film?
«Io sono stato semplicemente un tramite. La mia idea aveva bisogno proprio di un regista appassionato e di un produttore rivoluzionario. Gianfranco Pannone e Massimo Di Rocco. E poi la sceneggiatura. Gli operai sono coloro che vivono la storia. Ma spesso sono altri che vorrebbero scrivere per loro, invece la scommessa per ogni uomo è scrivere il proprio destino. Questa scommessa negli occhi degli operai della Whirlpool non si è mai spenta. Perciò valeva la pena raccontare questa straordinaria fetta di vita».

Si è ispirato a suo padre che ha fatto l’operaio?
«Mio padre è un uomo che non ha scelto il proprio lavoro. Si è dovuto adattare, ma con orgoglio ha amato la sua professione. Per lui la fabbrica era una seconda famiglia. Diceva fiero che era diventato un operaio “specializzato”. Chiedevo da bambino”che lavoro fai? Lui mi rispondeva” sono sulla catena di montaggio “ ed io sì ma che fai ? E lui “costruisco le macchine”. Pensavo che senza mio padre tutti avrebbero camminato in tram o in metropolitana. Ero fiero di lui. Quando sono cresciuto ho capito che la vera catena di montaggio erano i milioni di operai che uniti non solo costruivano semplici carrozzerie ma soprattutto costituivano il vero motore dell economia. Fui ancora più fiero di lui e di tutto il suo mondo».

Siani: “Whirlpool ? Il caso va risolto in un solo modo”

Cosa sognava per i figli?
«Mia sorella si è laureata, io ho una passione a tempo indeterminato in fondo. Mio padre sperava come sperano tutti i genitori nella realizzazione: “studia, è per il tuo avvenire, se ti trovi una carta è solo buono per te” ripeteva. Mia madre desiderava vederci felici, il futuro non potevano sceglierlo loro ma potevano scegliere di essere presenti e lo hanno fatto. “In Italia tutto è complicato” ripeteva mio padre. È proprio vero, oggi dico io. Purtroppo anche questa è tradizione».

[…] Cosa pensa del caso di cui tratta il film?
«Il caso Whirlpool va risolto in un solo modo: ridare dignità ai lavoratori con il lavoro, recuperandoli nelle loro mansioni e non abbandonandoli alle scelte scellerate che arrivano dall alto. Ma poi l alto qual è?! Cos’è?! La politica deve smetterla di annunciare ”tavoli”. In questi anni hanno fatto più tavoli i politici che l’Ikea! Non è più tempo di aspettare. È arrivato il tempo del fare».

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