Auto piombata sull’asilo, il padre della vittima: “Nessun rancore verso la proprietaria. Spero che Tommaso non abbia sofferto”. Vi abbiamo raccontato dell’incidente avvenuto alla scuola dell’infanzia 1 Maggio a L’Aquila. Un’auto, una Passat, era senza il freno a mano inserito ed è piombata nel giardino di un asilo dove giocavano un gruppo di bambini. Oltre ai cinque bambini rimasti feriti, nell’incidente è morto un bimbo di 4 anni, Tommaso D’Agostino.
Gli investigatori stanno cercando di capire se la fatalità si è verificata per una dimenticanza della proprietaria, che aveva parcheggiato l’auto difronte all’asilo per andare a prendere le sue piccole, o se sia stato un errore meccanico. Mentre l’inchiesta sulla dinamica dell’incidente prosegue, il padre del piccolo Tommaso dimostra di aver perdonato la proprietaria dell’auto piombata sull’asilo. Di seguito alcuni lassaggi dell’intervista rilascia a La Repubblica.
“Si può dire che l’abbia vissuta in diretta. Ero sul terrazzo di casa mia quando ho sentito un boato. In quel momento ho detto a mia moglie ‘è successo qualcosa a Tommaso’. Lei era più calma ma io no. C’era un inferno. Ho visto una macchina nel giardino dell’asilo.
Auto piombata sull’asilo, il padre della vittima: “Nessun rancore verso la proprietaria”
I pompieri erano riusciti a sollevare la vettura con un sistema ad aria compressa e il mio piccolo Tommaso era lì, con gli occhi chiusi, pallido. Non ho nulla da recriminare ai soccorsi, hanno tentato il tutto per tutto. Oggi spero che il mio cucciolo sia davvero morto sul colpo, all’istante, appena finito sotto la macchina. Immaginarlo agonizzante mi toglie il respiro”.
“È stata una fatalità, un disgrazia. La madre dei gemellini non c’entra nulla, non coviamo un senso di vendetta nei confronti di quella donna. Sarà disperata quanto noi, anche la sua vita in fondo è stata rovinata. Si vede che il Signore aveva bisogno di un angelo e ha scelto Tommaso. Avevamo intenzione di sposarci il 3 luglio, giorno di San Tommaso.
Un passo che avevamo deciso di fare solo per lui. Abbiamo deciso che lo faremo lo stesso, per lui. Ovviamente la cerimonia in chiesa non la faremo. Non è una festa. Se la donna che ha provocato la tragedia volesse farle visita? La accetteremo nella nostra casa, vivrà con questo peso per tutta la sua vita ed è giusto darle un abbraccio e farle sentire che abbiamo capito: si è trattato di una disgrazia, non di una sua volontà”.
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