Antinfiammatori per il mal di schiena, alleviano il dolore ma si corre un rischio: la scoperta. I farmaci antinfiammatori alleviano il mal di schiena a breve termine, ma potrebbero bloccare la guarigione della lesione e quindi causare un dolore peggiore a lungo termine. È quanto emerge da uno studio condotto dalla McGill University di Montreal e pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine.
Luda Diatchenko e i suoi colleghi hanno studiato un centinaio di pazienti che recentemente hanno accusato dolore lombare. I ricercatori hanno prelevato campioni di sangue poi analizzati per vedere quali geni erano attivi nelle cellule immunitarie. In coloro il cui dolore è diminuito nei tre mesi successivi i neutrofili, un tipo di cellula immunitaria infiammatoria, ha mostrato livelli di attività più elevati rispetto alle persone il cui dolore persisteva.
Ciò suggerisce che alcune cellule infiammatorie possono aiutare le persone a superare il dolore, un processo che potrebbe essere interrotto dai farmaci antinfiammatori. Il mal di schiena è una delle condizioni più comuni in tutto il mondo, a soffrirne sono quattro persone su cinque, ma le cause non sempre sono chiare. Poiché gli antidolorifici oppioidi possono creare dipendenza, i medici possono invece prescrivere farmaci antinfiammatori.
Antinfiammatori per il mal di schiena: il rischio
I due farmaci analizzati sono chiamati desametasone e diclofenac e sono comunemente usati per il mal di schiena. Secondo la ricerca, ancora in fase iniziale, questi farmaci possono interferire con i normali processi del corpo per la guarigione del tessuto danneggiato. Ma la scoperta non è stata ancora testata in uno studio randomizzato, che fornisce il miglior tipo di prova medica.
“L’infiammazione è dolorosa, ma questa infiammazione è necessaria affinché il nostro corpo risolva il dolore. La risoluzione del dolore è un processo attivo che richiede l’attivazione dei neutrofili”, ha detto Diatchenko.
Per vedere davvero se i farmaci antinfiammatori fanno persistere il mal di schiena, avremmo bisogno di uno studio randomizzato che confronti diversi tipi di antidolorifici, afferma Gene Feder, un medico di Bristol nel Regno Unito, specializzato nel trattamento del mal di schiena. “Per cambiare il mio comportamento di prescrizione, vorrei davvero assistere a un processo umano. Questo mi lascia con molta incertezza”.
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