Cristina D’Avena: “Fidanzato? C’è maretta. Mina mi ha fatto una sorpresa. E sul figlio mai avuto…”. Cristina D’Avena sul fidanzato, Mina, il figlio mai avuto, la cantante parla a cuore aperto in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
[…] E se non fosse diventata cantante?
«Avrei fatto la dottoressa, come mio padre Alfredo. Lui aveva tante specializzazioni, ma faceva il medico generico. Usciva la mattina alle 7 con la valigetta in mano e tornava la sera tardi: ogni giorno faceva 45 visite. E poi era il medico dell’Antoniano, mestiere che ha praticato fino alla morte, nel 2008: curava i bambini, i frati… Conosco ogni angolo di quel luogo».
[…] La leggenda narra che ha cantato la canzone dei Puffi anche all’Università.
«Certi esami erano degli show: il nome Cristina D’Avena, fuori dalla porta per l’appello, non passava inosservato. All’esame mi ritrovavo dietro i colleghi incuriositi, perché fino a quel momento ero soltanto una voce, cominciavano le prime apparizioni a Premiatissima o Superclassifica Show. Qualche docente faceva delle battutine su Gargamella, si figuri come stavo io…».
E adesso c’è qualcuno che le chiede consigli su come curarsi?
«Altroché! Mi mancano la tesi e pochi esami, mi è spiaciuto non laurearmi. Mio padre mi diceva che potevo fare qualsiasi lavoro, purché completassi gli studi».
È stato contento della sua carriera?
«Sì certo. Non ha fatto in tempo a vedere i duetti. Amava la musica melodica napoletana. Conoscendolo, mi avrebbe chiesto una canzone con un napoletano».
Cristina D’Avena: “Fidanzato? Sono riservatissima”
Da quando fa partire la sua carriera?
«In effetti dal Valzer. Però la prima sigla dei cartoni animati l’ho pubblicata nell’82: era Bambino Pinocchio, di Augusto Martelli. Chi avrebbe immaginato che le sigle sarebbero diventate un genere musicale, o che nascessero i cosplay, ragazzi che si travestono da cartone animato».
Ha cantato 765 brani, venduto otto milioni di copie. Domanda impossibile: qual è la sua canzone preferita?
«Kiss me Licia. Beh, io sono stata Licia! Ho interpretato sia il telefilm che la canzone, è il top del top, qui dentro il mio cuore assieme al Valzer del moscerino. Poi ci sono Sailor Moon, Memole dolce Memole, Rossana…».
[…] Intanto Mina ha fatto una sua cover.
«La notizia mi è arrivata dai fan. Ha cantato Sempre attento al regolamento, cambiando le parole; è diventata Tu dimmi che città. Era una canzone che mi aveva scritto il figlio Massimiliano Pani. Mi ha inorgoglita e sorpresa».
[…] Se le offrissero una fiction o un programma cosa sceglierebbe?
«La fiction mi piacerebbe molto, mi mancano molto i miei telefilm. Certe scene mentre giravamo Kiss me Licia… Gli attori erano modelli, non è che sapessero proprio recitare, faticavano a imparare le battute. Non che io fossi meglio…».
Cristina D’Avena: “Fidanzato? C’è maretta, niente nome”
[…] La cosa più matta che hanno fatto i suoi fan?
«Tantissime! Prendono, partono e vengono ovunque noleggiando i pullman. Anche a Sanremo me li sono trovata davanti all’Ariston: alcuni venivano dalla Sicilia e dalla Sardegna. Un’altra cosa meravigliosa è stata cantare una mia canzone e stampare un vinile con le loro voci».
Com’è lavorare con la propria sorella? Liti?
«Sempre! Ma il bello è anche quello: questi sono i rapporti più importanti. Mi sento un po’ la sua mamma, è cresciuta con me. E nel suo lavoro è bravissima, sa come la penso, anticipa quello che direi io, a volte pure troppo!».
[…] Quando aveva la guardia del corpo?
«Giuseppe! Mio padre gli aveva chiesto di seguirmi perché non si fidava, ero ancora minorenne. Poveretto, quante gliene ho fatte passare… Lo costringevo a dire bugie a mio padre e lui si disperava: “Io sono carabiniere a cavallo, non le dico le bugie!”».
[…] Non parla mai del suo fidanzato. Sui social le viene accreditato Mass…
«No, non dica il nome!, che in questo momento c’è maretta e non vorrei che cambiasse la situazione. Sono riservatissima».
Continua a ricevere proposte di matrimonio?
«Sì, l’ultima qualche giorno fa, da un bambino di sei anni».
Le manca un figlio?
«No e spero che non diventi un rimpianto. Ogni tanto mi chiedo come sarebbe stato se ne avessi avuto uno».
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