Matteo Martari: “Amore? Coltivo un sogno romantico. Non vivrei mai a New York”. Matteo Martari sull’amore e non solo, l’attore veronese protagonista di molte fiction, parla a cuore aperto di sentimenti e lavoro in una intervista a Vanity Fair. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Si è pagato la scuola di recitazione facendo ogni genere di lavoro, dal panettiere al cameriere. Ha sempre sognato di diventare un attore?
«Da bambino volevo gestire un canile a New York. Perché proprio lì, nessuno lo sa: non c’ero mai stato. Forse, mi piaceva come suonava».
E quando poi ci è stato?
«Per carità, è un posto dove non vivrei mai, né tantomeno aprirei un’attività. L’idea del canile, però, non l’ho abbandonata: ho sempre avuto animali in casa, prima due pastori tedeschi e poi vari gatti. Ora purtroppo no, perché non riuscirei a dedicare loro le giuste attenzioni e piuttosto che lasciarli in una pensione preferisco non prenderne».
A indossare la divisa, invece, ci ha mai pensato?
«Mai. Serve una grande testa, quadrata, e a me manca».
Oggi nei confronti della polizia c’è diffidenza e, oltreoceano, persino paura.
«Ho grande rispetto della legge, però non la temo. Non perché mi senta un supereroe, ma, come si suol dire, “non ho nulla da dichiarare”».
[…] Anche lei, per staccare, si concede maratone di true crime in tv?
«Non mi rilasserebbero. E neppure la musica o un libro funziona: tutto diventa subito materia di studio. Per staccare devo stare nella natura, tra le montagne, e arrampicarmi».
[…] Andrew Garfield, suo coetaneo, si è preso una pausa dalla carriera. Lei non desidera rallentare?
«Per carità: non la voglio! Però, non ho la mole di lavoro né il carico di stress di Garfield, che è un mostro sacro del cinema. Magari ne riparliamo se, come lui, otterrò una nomination agli Oscar».
Matteo Martari: “Amore? Coltivo un sogno romantico”
Con la maturità spesso arriva anche una certa dose di cinismo, nella vita come in amore.
«Non credo, io lascio sempre una grande finestra aperta».
In una delle commedie in cui ha preso parte, 4 metà, si teorizza che non c’è una sola anima gemella.
«Sull’argomento soffro di bipolarismo. So come vanno le cose, ma coltivo il sogno romantico di avere una compagna per sempre. Certo, siamo tutti in costante evoluzione, fra due anni io sarò una persona diversa e anche lei: quante possibilità esistono che queste nostre evoluzioni coincidano?».
Lei è alla ricerca di quella possibilità infinitesimale?
«L’anima gemella si trova e basta. Arriva quando smetti di cercare, di “far di conto”, ossia di elencare le qualità “tecniche” che vuoi, come nell’Ottocento. Passione e sentimenti accadono senza forzature: devi solo riconoscerli, ringraziare il cielo e viverli».
Sulle donne pesa ancora tanto il giudizio. All’astronauta Samantha Cristoforetti in partenza per lo spazio hanno chiesto dei figli.
«E lei, persona intelligente, ha detto che hanno un padre e non vengono certo lasciati in mezzo alla strada. È fuori luogo criticare una scelta altrui, a ogni livello, figurarsi di fronte a un’eccellenza simile».
[…] Mette sempre gli altri prima di sé?
«Credo di sì. Da ragazzino mi prendevo le colpe degli amici e a volte ho pure rischiato grosso. A 13 anni mi sono messo in mezzo tra un mio compagno e due quarantenni belli piazzati: mi hanno sollevato come se fossi una pallina di gomma piuma e lanciato su un’aiuola ripetutamente finché loro non si sono stancati e io sono riuscito a scappare».
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