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Ambra Angiolini: “Lo psicoterapeuta mi ha abbandonata. Io un documentario umano, le mie chiappe in primo piano da minorenne”

Ambra Angiolini: “Lo psicoterapeuta mi ha abbandonata. Io un documentario umano, le mie chiappe in primo piano da minorenne”. Ambra Angiolini e lo psicoterapeuta che l’ha abbandonata, l’attrice e conduttrice si racconta in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

È diventata una modalità operativa.
“Io sono tutto quello da cui la gente di solito cerca di guarire. Ho capito che gli sbagli sono opportunità, perché alla fine quando ci sono dentro mi sembra impossibile trovare soluzioni al dolore senza sentirlo o all’ansia senza viverla. Ci hanno insegnato che bisogna sedare tutto, io invece non sedo niente. Una volta uno psicoterapeuta che poi mi ha abbandonata…”.

Un caso raro…
“Non gli ho mai chiesto perché, l’ho lasciato andare. Mi disse: «L’unica cosa che ti manterrà sana tutta la vita è che non hai paura di sentire». Ed è vero”.

Il suo personaggio in Le fate ignoranti, una cartomante che ama e vive con una donna, incontra anche battaglie politiche che hanno fatto di lei un’icona del movimento Lgbt.
“Un percorso cominciato quando ero piccola. Da volontaria del Mario Mieli, il circolo di cultura omosessuale di Roma, ho capito cosa era importante per me. Il film di Ferzan quando uscì nel 2001 fu precursore di una serie di temi che allora non si affrontavano. Oggi se ne parla, la società c’è, ma la politica non ci arriva: “sotto” è tutto pronto, “sopra” manca l’ascolto”.

Manca un’idea di comunità?
“La questione Lgbt nella serie è centrale, ribadisce che il concetto chiave è l’amore. Ma soprattutto mostra, in questo periodo storico, che esistono gli altri, è incredibilmente moderna nel portarci in luoghi dove la gente si conosce, ci si fida gli uni degli altri. Il nostro mondo è fatto di solitudini e social, e forse per questo siamo considerati più gestibili anche politicamente. Questo racconto invece, dopo il Covid, le mascherine, la distanza sociale, ci porta in un altrove dove, se stai scivolando, c’è qualcuno che ti acchiappa. È la stessa forza del terzo settore che ha tenuto insieme l’Italia durante il Covid”.

Ambra Angiolini: “Lo psicoterapeuta mi ha abbandonata e non so perché”

[…] Lei ha iniziato così presto che avrà dato modo al tempo di lavorare, produrre cambiamenti, dire qualche no.
“La prima volta che mi sono ribellata è stato di fronte a un articolo dell’Espresso, che non sapevo nemmeno che giornale fosse, né se ci fosse un pensiero politico dietro. L’articolo parlava di una ragazzina che, con atteggiamento navigato, Lolita dei nostri tempi, si sedeva in poltrona, ammiccava e squittiva delle cose. Non c’era una parola sola che mi tornasse, eppure volevo capire: piangevo, mi arrabbiavo, scoprivo Nabokov e mi chiedevo: «Perché gente che non mi conosce scrive questo di me?». Non c’erano ancora i social, ma quelli erano hater ante litteram. Da lì la ribellione, il girarmi di schiena, volevo davvero che pensassero che ero str… Non era detto che siccome ero piccola dovevo accettare tutto e stare al mio posto”.

Perché piccola e forse anche perché donna?
“Ero minorenne, mi stavo ancora formando. Come poi è successo anche quando sono ingrassata. Per i miei 18 anni un programma tv mi regalò un primo piano delle mie chiappe! Dicendo: «Finalmente, per rassicurare tutti, è dimagrita». Oggi li arresterebbero, allora era possibile”.

Ancor prima di aver l’età per votare aveva già capito che stava in un mondo che aveva desiderato ma che era pericoloso.
“Avevo capito chi erano i nemici, chi sparava a me per colpire Berlusconi o Boncompagni o “la sinistra col portafoglio a destra”. Forse dovrei andare a Discovery, sono un documentario vivente”.

[…] Dà l’impressione di aver elaborato quella stagione. Ha conservato rancori, rimpianti?
“Tra tutti quei cunicoli, anfratti, grotte dove mi sono addentrata, con lo psicoterapeuta che mi ha abbandonato, credo di essere arrivata alla parola più bella: consapevolezza. Quando sei consapevole non lotti più”.

[…] Sembra attrezzata per i periodi duri che forse ci attendono.
“Aspetto la prossima crisi. È come il graffio dell’orso in Vento di passioni. Prima o poi si risveglia e ti accorgi che stai sanguinando”.

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