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Gabbani: “Conduttore? Avrei potuto fare meglio ma un aspetto è stato appagante ma non mi sono ripreso”

Gabbani: “Conduttore? Avrei potuto fare meglio ma un aspetto è stato appagante ma non mi sono ripreso”. Francesco Gabbani conduttore autocritico, il cantante parla della sua esperienza al timone dello show di Rai1 “Ci vuole un fiore” in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Ti sei rivisto in veste di conduttore? Che voto ti dai?
«Ovviamente sì, mi sono rivisto. Lo show era in realtà registrato per permettere il montaggio tra i blocchi. Faccio fatica a darmi un voto, sono molto autocritico, un ”precisetti”. È stata una bella e nuova avventura, avrei potuto fare meglio qua e là, e lo terrò presente nel caso in cui si riproponga l’occasione, anche perché, sai, mi sono proprio divertito! Soprattutto mi fa piacere vedere l’accoglienza del pubblico, è molto appagante».

L’argomento, la salvaguardia dell’ambiente, non era facilissimo da rendere leggero…
«Hai ragione, l’argomento sottintende una certa responsabilità nel trattarlo, ho considerato il rischio di essere un bersaglio facile nelle critiche. Mi sono avvicinato in modo “devoto” al tema, con l’energia necessaria per trasmettere un bel valore».

Quanto sono durate le prove?
«Una settimana piena, intensa, dalla mattina fin oltre l’una di notte. Ho perso la percezione spazio-temporale ma ho imparato a governare gli ambienti».

Chi ti ha dato un consiglio davvero utile?
«Ho trovato supporto in Flavio Insinna, che vedevo nei corridoi dove lui registrava “L’eredità”. Mi diceva: “Fai quello che sei, è ciò che conta”. Lui mi ha fatto capire di dover seguire il flusso, di essere naturale senza dovermi attenere alla scrittura in ogni dettaglio. E il pubblico in sala, tra le 150 e le 200 persone, ha apprezzato».

Hai un modello di riferimento per mescolare musica e conduzione?
«Giorgio Gaber per quel suo saper unire canzoni e teatro. Lui era naturalissimo: emularlo è complicato».

Gabbani: “Conduttore? Avrei potuto fare meglio”

Quanti giorni ci hai messo a riprenderti dall’esperienza?
«Non mi sono ripreso, sono cinque giorni che sono in un limbo di vuoto cosmico, come dopo Sanremo. Passi da mille a zero con un calo adrenalinico notevole. Sto metabolizzando ancora. Ma ora viene l’album».

Come ti sei preparato fisicamente alla serata?
«Sono stato attento col cibo, si sa che la tv ingrassa! Che fatica essere a Roma e non mangiare carbonare, cacio e pepe e via dicendo. Ce l’ho fatta, sono stato un “ninja zen”. Gli unici momenti per rigenerarmi erano delle camminate di prima mattina. Pur finendo di provare molto tardi mi svegliavo alle 6.30 come da abitudine: facevo passeggiate sul Lungotevere per un’ora fino a Castel Sant’Angelo, Piazza San Pietro, Piazza del Popolo».

Il complimento più bello ricevuto?
«Aldo Vitali, il direttore di Sorrisi, mi ha scritto e mi ha fatto molto piacere. Mia mamma, che è la donna più critica nei miei confronti, mi ha detto che sono stato bravissimo, che sono spontaneo (e detto da lei che mi conosce…), ma ha avuto da ridire sul papillon, dice che non mi sta bene! E poi tutti i complimenti del pubblico mi hanno toccato il cuore: anche i fan sono stati complici, mi hanno accettato in questo nuovo ruolo».

Avevi dubbi?
«Ho scelto di fare lo show per il tema che sento vicino, e ammetto di essermi poco preoccupato che gli altri potessero pensare “che fa questo?”. La risposta positiva del pubblico è il complimento più grande: hanno capito il mio spirito».

Quindi ti vedremo ancora in tv?
«Mi sono divertito, ho imparato che la produzione televisiva è molto complicata, molto più della musica, ci sono più persone e mille sfumature. Mi sono entusiasmato e se ci fosse modo di entusiasmarmi ancora… perché no!».

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