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Salute

Sclerosi multipla curata con cellule immunitarie: da uno studio la speranza con la malattia autoimmune

Sclerosi multipla curata con cellule immunitarie: da uno studio la speranza con la malattia autoimmune. Dagli Stati Uniti arriva una speranza sulla lotta alla sclerosi multipla. Grazie a un piccolo studio, gli scienziati hanno scoperto che le cellule immunitarie contro la febbre ghiandolare potrebbero essere la chiave per il trattamento della malattia autoimmune che colpisce milioni di persone nel mondo.

I ricercatori hanno impiantato cellule T che colpiscono il virus che causa la febbre ghiandolare nei pazienti con Sclerosi Multipla. Ebbene, dalle scansioni cerebrali è emerso che la progressione della condizione è stata rallentata o addirittura invertita in alcuni malati. I pazienti hanno anche avuto un «miglioramento della disabilità sostenuto», compreso il fatto di essere in grado di camminare con meno dolore. I risultati sono stati presentati in una conferenza lo scorso 22 marzo.

I linfociti T sono stati estratti da persone che si erano riprese dal virus di Epstein-Barr, indicato da un recente studio come una possibile causa della sclerosi multipla. I ricercatori statunitensi hanno però spiegato che si tratta di un piccolo studio e che non possono escludere l’effetto placebo. Ma potrebbe segnare un significativo passo avanti nella comprensione della malattia che attualmente è incurabile, le cause sono sconosciute e può essere gestita solo con i farmaci.

Sclerosi multipla curata con cellule immunitarie: lo studio

Un importante studio condotto dagli scienziati di Harvard su 1 milione di soldati, ha scoperto che l’EBV (il virus di Epstein-Barr) potrebbe essere la causa principale della sclerosi multipla. Questo perché i pazienti con EBV sono 32 volte più propensi a svilupparla.

Viene somministrata alle persone tramite iniezioni. Nel 2017 la società americana di immunoterapia ha testato il farmaco su 24 pazienti con sintomi iniziali per un anno. I pazienti hanno ricevuto diverse dosi del farmaco immunoterapico per valutarne gli effetti. Le cellule sono state donate da persone che avevano subito un’infezione da EBV e sono state abbinate immunologicamente ai pazienti, per evitare il rigetto.

Diciotto partecipanti hanno continuato il processo per più di tre anni fino ad agosto 2021, sette dei quali hanno già mostrato segni di miglioramento. I ricercatori hanno utilizzato le scansioni per esaminare i danni ai nervi nel cervello provocati dalla sclerosi multipla e le condizioni fisiche dei pazienti classificati utilizzando la scala dello stato di disabilità estesa (EDSS).

Venti dei 24 pazienti sottoposti alle iniezioni hanno visto le loro condizioni migliorare o stabilizzarsi dopo un anno. La nuova terapia con cellule T è stata creata dalla società statunitense Atara Biotherapeutics, con sede a San Francisco, California. Implica l’estrazione di cellule immunitarie note come ATA188, che si trovano nelle persone che hanno combattuto con successo contro Epstein-Barr.

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