Isabelle Huppert si racconta: “Il vuoto non mi spaventa. Sacrifici? Non sono una vittima…”. Isabelle Huppert si racconta, l’attrice francese, fra le più premiate della storia del cinema, 69 anni, parla a cuore aperto in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Curiosamente, sia nella serie tv sia in La promessa le attribuiscono la stessa battuta: il vuoto non mi fa paura. Magari non è proprio così.
“È così: il vuoto non mi spaventa”.
Lavora tanto, eppure è selettiva. Nel caso di La promessa, da cosa è stata attirata?
“Dal personaggio, Clémence (sindaco di una cittadina vicino a Parigi, ndr), e dall’approccio originale verso il mondo della politica: non manicheo, non si tratta del Bene contro il Male. È la storia di due individui (la prima cittadina e il suo capo di gabinetto, Reda Kateb, ndr), dei loro desideri, delle tentazioni e anche di una qualche generosità, della volontà di miglior are le condizioni del le periferie. Fino al giorno in cui lei deve confrontarsi con l’ambizione, quando le offrono la candidatura a ministro”.
E le viene chiesto: qual è la tua paura più grande? L’ambizione? Quasi che avere aspirazioni fosse ancora uno stigma per le donne.
“Come lo è per gli uomini, in fondo. Clémence, in realtà, non ci aveva mai pensato, qualcuno le inocula il veleno proponendole la carica. All’inizio non sa che decisione prendere, ed è solo quando accetta – e la silurano – che decide di correre per un terzo mandato come sindaco, venendo meno a quanto promesso a chi le sta vicino. Alla fine, però, i palazzi della banlieu saranno rinnovati: il messaggio è positivo”.
L’uguaglianza di genere in politica è ancora lontana. Vediamo la sindaca prestare estrema attenzione a quanto mangia, a cosa indossa. A un uomo non succederebbe.
“Non vedo come un fardello il prendersi cura del look. Al regista non interessava indagare su cosa significhi essere una donna in politica, va oltre il genere: del resto, lei è al comando, l’uomo è il suo braccio destro”.
Isabelle Huppert si racconta: “Il vuoto non mi spaventa”
Quindi siamo a un buon punto nella strada della parità?
“Sì e no. Da alcuni punti di vista, sì: la possibilità di raggiungere i propri scopi, per esempio (almeno nei nostri Paesi). Da quello economico, invece, no: c’è ancora troppo spesso una sproporzione di salario. Assolutamente ingiusto!”.
È circondata da un’aura di perfezione. La lusinga o le pesa?
“Mi lusinga, è bello ricevere complimenti, ma a volte non ci credo fino in fondo e penso: wow, sono proprio io? Ho sempre dubbi su di me, una sensazione di lieve incredulità. Cosa che ritengo sana, meglio lasciare spazio alle domande profonde su di sé”.
E poi l’aspirazione alla perfezione è una trappola, soprattutto per le donne.
“La vita sta piuttosto nell’imperfezione e nel cosa tu fai dell’imperfezione: la perfezione sarebbe noiosa! Senza considerare che è del tutto soggettiva: cosa è perfetto per te, non lo è per un altro. Dipende dalle convinzioni e dai gusti”.
Come mantiene questo equilibrio?
“In nessun modo, è solamente la curiosità che mi guida. Sono interessata a un’infinità di cose. I film e la recitazione, ovvio, però c’è molto altro di cui interessarsi e questo mi appaga”.
[…] Una carriera come la sua avrà comportato sacrifici.
“Non ritengo di aver mai sacrificato nulla. Nella vita ci sono già abbastanza ostacoli e situazioni che non puoi controllare, se ti ci metti pure tu a sacrificare qualcosa… No! Non intendo essere una vittima”.
Seguici anche su Facebook. Clicca qui
Leggi anche:
Nancy Brilli: “Tradimento Fossati? L’abbiamo fatto per due motivi. Nessuna chiamata? In Rai hanno gusti loro”
Aggiungi Commento