Gerry Scotti e il gossip: “Perché non avete mai letto niente nemmeno quando ero tra 10 letterine”. Gerry Scotti e il gossip, il conduttore spiega il motivo per cui non è mai uscito niente di suo sulle pagine di cronaca rosa in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’.
Gerry, è di nuovo dietro il bancone di “Striscia” accanto a Michelle. Come l’ha accolta?
«Di solito io arrivo negli studi e dico: “Andiamo, veloci, sbrighiamoci!”. Invece lei è già lì, una svizzera, non perde un secondo. Quando appare sulla soglia del camerino le dico: “Gradevolissima”, un termine démodé che mi piace molto. E lei si mette a ridere».
Nelle ultime settimane ha condotto con Francesca Manzini, Valeria Graci e Lorella Cuccarini. Ora Michelle. Un uomo per tutte le conduttrici…
«Ho cambiato più donne in queste settimane che in tutta la mia vita! Sono uno strumento in mano ad Antonio Ricci che mi usa come un “toy boy” (ride). Mi chiama e mi dice: “Domani ti faccio un’altra sorpresa”. E non mi spiega nulla fino al mattino dopo. Certo che qui non ci si annoia mai…».
Gerry Scotti e il gossip: “Io uomo costante”
Ma lei è una costante.
«Sì, ma non mi monto la testa, non sono le conduttrici che ruotano attorno a me, sono io che faccio da “valletto” a loro».
Nella vita è un uomo costante?
«Sì, infatti non mi avete mai letto sulle pagine del gossip neppure quando ero scapolo con dieci Letterine di “Passaparola” attorno. Sono un tipo molto costante in tutti gli affetti, con la mia compagna, la mia famiglia, i miei amici, le persone che frequento, nelle mie abitudini, persino con i miei bar e i miei fioristi».
Com’è stato condurre “Striscia” in queste settimane in cui è scoppiata la guerra in Ucraina?
«Sono abbastanza avvezzo, purtroppo! Durante la mia prima conduzione con Gene Gnocchi, più di vent’anni fa, c’era la guerra del Kosovo. Ma questo conflitto attanaglia tutti, eravamo convinti che guerre e deportazioni non sarebbero più accadute, non ci aspettavamo che il Male, con la “emme” maiuscola, potesse ripresentarsi davanti ai nostri occhi in maniera così strafottente. E quindi viva la satira, l’unica cosa che lo può scalfire».
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