Marta Marzotto, la figlia: “In tanti se ne approfittavano. Solo uno non l’ha mai amata è non piaceva a noi figli”. Marta Marzotto, la figlia Maria Diamante Marzotto racconta alcuni retroscena legati alla vita della celebre stilista scomparsa nel 2016 in una intervista a ‘Oggi’.
«In casa si parlava di tutto. Ma non di quell’argomento lì. Un giorno dissi a mamma: “Mmm…vorrei andare da un ginecologo”. “Perché? Stai male?”. “No mi serve la pillola”. Scappò dalla cucina a gambe levate. Non ne parlammo mai più. Dal medico mi portò mia sorella Paola». Lo rivela Maria Diamante Marzotto, figlia di Marta e interprete del cortometraggio «La Musa inquieta», in un’intervista a OGGI, in edicola questa settimana.
«Mamma era una persona affettuosa. Generosissima… Tanti se ne approfittavano: artisti, intellettuali, aspiranti stilisti. Era una mecenate vera… Lei li lasciava fare, lo sapeva. Il solo che non l’ha mai amata è stato Lucio Magri, l’unico dei suoi uomini che non piaceva a noi figli. A nessuno… Era spudorato. Si piaceva talmente tanto, che lei non poteva piacerle più di se stesso. Non puntava tanto al denaro quanto alla sua disponibilità, ai salotti».
Marta Marzotto, la figlia: “In tanti se ne approfittavano”
Diverso il rapporto con Guttuso: «La presenza di Guttuso in casa non ci ha mai infastidito. Non ho mai visto effusioni tra loro… Mai visto niente di scandaloso nella vita di mia madre, salvo qualche nudo paparazzato».
Come figlia era gelosa di quegli uomini? «No, io e i miei fratelli Matteo e Vittorio non vedevamo mamma così. Ma doveva sembrare a tutti una donna leggera. In fondo, Renato era sposato, Magri stava con un’altra (Luciana Castellina, ndr), anche mio padre Umberto aveva avuto le sue donne… Adoravo papà, era il mio idolo. Finché non se n’è andato bruscamente. Con mamma era più dura, lei era molto severa».
Conclude Maria Diamante Marzotto: «Ci ha voluto tutti vicini fino all’ultimo. È morta a Milano, città per cui ha fatto molto. Ci sono stilisti, pittori, artisti, che senza di lei oggi non sarebbero nessuno. Volevamo seppellirla al Famedio del Monumentale ma qualcuno si è messo in mezzo e ha detto no. Ora le sue ceneri le ha mio fratello Matteo. È tempo che Milano ci ripensi».
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