Quali sono i colossi del gaming mondiale? Da diversi decenni a questa parte il gaming mette di fronte numerose software house e vere e proprie industrie dedite all’intrattenimento. L’intento è quello di sfornare periodicamente la console all’ultimo grido o di produrre annualmente un gioco che riesca ad attirare l’attenzione pubblica e mediatica, così da godere anche di luce riflessa. Era successo qualche anno fa con il boom di “Pokémon Go”, che a distanza di tempo dalla sua uscita sugli store digitali ha continuato a macinare numeri importanti.
I più vecchiotti ricorderanno sicuramente che in passato la sfida per il gaming era tutta tra SEGA e Nintendo, ma la situazione si è nettamente ribaltata. La SEGA non si occupa più di console e la Nintendo si è dovuta mettere in fila dietro alla Sony e alla Microsoft, che da anni sbaragliano la concorrenza con la PlayStation e la Xbox.
Ad oggi le vendite della PlayStation 5 risultano di poco superiori a quelle delle Xbox Series X e S. Nel complesso si parla di quasi 30 milioni di pezzi venduti in poco più di un anno, ovvero da quando è iniziata la moderna generazione delle console casalinghe. I titoli videoludici non hanno ancora fatto vedere il meglio dell’attuale era tecnologica, ma possiamo dedurre che sarà molto più combattuta delle precedenti: la Sony si è presa tutte le azioni di Bungie, sviluppatore di “Halo” e “Destiny”, mentre la Microsoft ha stretto accordi con Activision Blizzard.
La prossima frontiera del gaming sarà il metaverso. I giocatori si potranno calare in una vera e propria realtà virtuale scoprendo nuovi livelli di interazione. I test condotti finora su questo servizio sono già stati più che soddisfacenti.
Anche Netflix, tra le più famose piattaforme di streaming, sta scendendo in campo nel settore dei videogiochi, ma chiaramente si tratta di una mossa volta ad iniziare ad espandere le proprie manovre finanziarie. Insomma, almeno per il momento è impossibile reggere il confronto con la Sony o con la Microsoft.
Piuttosto la Nintendo, che aveva fatto uscire la Switch a cavallo tra le ultime due generazioni di console, sembra sul punto di rinnovarsi e di proporre finalmente qualcosa di nuovo dal punto di vista hardware, fosse anche solo una rivisitazione dell’ormai classica Switch.
Super Mario, Sonic, Crash Bandicoot, Lara Croft, Donkey Kong, Mega Man. I personaggi che sono entrati nel cuore dei gamer d’annata e dei più giovani sono tantissimi e ancora oggi sono protagonisti di nuovi titoli. Già, perché a quanto pare buona parte del settore si fonda ancora sul principio e su quelle figure che hanno dato il via a un mercato scatenato sin dagli anni ’80.
Un discorso che si potrebbe espandere anche ad altri giochi più comuni del passato, come quelli di carte o da sala. Tra le app degli store ci si imbatte in riedizioni dei videogiochi a 16 bit come in una piattaforma di slot machine. Il mondo dei videogame non è solo cambiato, ma si è allargato a dismisura sfruttando al massimo le potenzialità della rete e della connettività.
Gli altri non stanno di certo a guardare, sebbene i risultati non siano eccelsi. Vedasi Google. Le Google properties revenues sono pari ad un’ottantina di miliardi di dollari, mentre le Google Network Members properties revenues, in riferimento ai ricavi pubblicitari, ammontano a quasi 20 miliardi. Le premesse e le risorse per tuffarsi nel gaming c’erano tutte, ma con Google Stadia la “grande G” sembra aver firmato uno dei suoi pochi fallimenti, avendo chiuso già nel 2021 i team di sviluppo interni. Come a dire che il gaming non si improvvisa.
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