Valeria Bruni Tedeschi: “Macron? Lo voto perché meno peggio ma ha un difetto. Non vedo un buon futuro per la Francia”. Valeria Bruni Tedeschi su Macron e non solo, l’attrice italiana naturalizzata francese parla del suo ultimo lavoro e della situazione oltralpe in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Cominciamo dal privato, la coppia lesbica sull’orlo della crisi di nervi. L’amore gay è più esposto agli scossoni della vita?
«Ma no, l’amore ha le sue fragilità comunque lo si declini. E tra Raf e Julie l’amore c’è. Incrinato, ferito, ma vivo. Se Julie, più razionale, vorrebbe arrendersi all’evidenza dell’inferno quotidiano, Raf, più emotiva e egocentrica, è decisa a combattere. A usare ogni arma, dalle lacrime ai baci, dalla discussione alla tenerezza, per riconquistare la compagna».
Lei condivide questa posizione?
«Assolutamente sì. È così raro l’amore, così prezioso, che quando lo incontri devi tenertelo stretto. L’amore è fragile, ha bisogno di attenzioni continue se no rischia di appassire. E non è detto che ne spunti un altro».
[…] Poche ore bastano a far mutare idee e pregiudizi?
«Qualcosa può accadere. Piccoli cambiamenti, certo. Da quel pronto soccorso tutti usciranno un po’ diversi, per la prima volta hanno guardato l’”altro” negli occhi, hanno ascoltato le sue ragioni».
Valeria Bruni Tedeschi: “Macron? Lo voto perché meno peggio ma ha un difetto”
Un ascolto che oggi sembra essere il grande assente nel privato e anche nel politico.
«Raf dice a Yann: davvero pensavi che Macron accettasse di ascoltarvi? Lo dice con stupore, da intellettuale che non si sorprende del silenzio del potere. Ma quella gente scesa in piazza perché non arriva a fine mese, se non è ascoltata grida, batterà i pugni sulla porta che gli viene chiusa in faccia».
Inascoltate sono anche la ragioni dei sanitari. Così convincenti da sembrare veri.
«Perché lo erano! Medici e infermieri reclutati in tempo di Covid, il caos era più che reale. Allora tutti li chiamavano eroi, appena passata l’emergenza sono stati dimenticati. Hanno portato nel film la verità di una sanità allo stremo».
Il malcontento e la confusione sembrano grandi. E il futuro?
«Non sono ottimista sul quello della Francia, come su quello di un pianeta malato. Da una parte ci sono le ragioni dei popoli, dall’altra quelle dei potenti. Qualcuno intelligente, come Obama, capace di portare luce nel mondo, troppi altri pazzi furiosi, portatori di orrore e terrore».
Per chi voterà alle prossime elezioni?
«Macron non è certo il mio idolo, troppo a destra, troppo poco attento alle istanze climatiche. Ma alla fine, passa la logica del meno peggio».
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