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Fognini: “Djokovic va rispettato. Io nervoso? A volte ho esagerato, quando mi ritirerò sarò fiero di un aspetto”

Fognini: “Djokovic va rispettato. Io nervoso? A volte ho esagerato, quando mi ritirerò sarò fiero di un aspetto”. Fabio Fognini su Djokovic, la carriera e non solo, il campione di tennis parla a tutto tondo, ospite insieme alla moglie Flavia Pennetta a Verissimo, nella puntata in onda domani, domenica 27 febbraio.

Fognini racconta la gioia per il trionfo nel Rio Open, in doppio con Simone Bolelli: “Ci voleva questa vittoria. Ho passato due anni a prendere belle bastonate. Questa settimana però è stata molto positiva, voglio essere felice dopo quello che ho passato e voglio godermela. Adesso vediamo se riusciamo a toglierci altri sassolini dalle scarpe”.

E sui futuri impegni aggiunge: “Non ho tornei in programma. Purtroppo, ho avuto un piccolo problema al polpaccio che non mi permetterà di giocare la Coppa Davis la prossima settimana. Ora mi riposerò e starò con la mia famiglia”.

La vittoria di Fognini a Rio è arrivata dopo una delicata operazione alle caviglie: “Ricordo che il dottore mi disse che potevo scegliere se tornare a casa con la sedia a rotelle o con le stampelle. Sono uscito dall’ospedale con le seconde ma quei due mesi sono stati durissimi: una notte non riuscivo neanche a piangere dal dolore che avevo”.

Fognini: “Djokovic? Scelta che va rispettata”

La carriera di Fabio è sempre stata caratterizzata da grandi successi, alternati da momenti in cui il nervosismo lo ha penalizzato: “A volte ho esagerato, non lo nego. Ma quando ho sbagliato ho sempre chiesto scusa. Mi sono sempre preso le responsabilità, sia nel bene che nel male. Quando mi ritirerò, una delle poche cose di cui andrò fiero sarà quella di essere sempre stato me stesso. Non sono mai cambiato”.

E a Silvia Toffanin che gli chiede se vorrebbe un futuro da tennisti per i suoi figli, Fognini risponde dubbioso: “Mi auguro che facciano quello che vogliano e che pratichino sport, ma in questo momento non vorrei giocassero a tennis perché so quello che ho sofferto e conosco le rinunce che ho dovuto fare. È una vita stupenda ma molto dura”.

All’età di 33 anni, il pensiero del ritiro ogni tanto sfiora i pensieri del campione azzurro: “È un ni, a volte ci penso. Arrivato a questo punto dovrei divertirmi perché non devo dimostrare più niente a nessuno. Ma fare bene il mio lavoro significa vincere e quando perdo mi arrabbio”.

Infine, un pensiero sul suo amico Djokovic e sulla sua decisione di non vaccinarsi che ha scatenato una marea di polemiche: “Per lui è un periodo complicato. Conoscendolo, mi fido e gli credo. Ma non voglio esprimere un’opinione su un tema così delicato, è una sua decisione e va rispettata”.

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