Batteri sintetici trasformano inquinamento in risorse: la scoperta. La scoperta arriva da un gruppo di ricercatori guidati da Fungmin Eric Liew, Robert Nogle e Tanus Abdalla. Grazie ad un esperimento pilota su scala industriale, coordinato dall’azienda biotecnologica LanzaTech (Stati Uniti), sono riusciti a riprogrammare alcuni batteri in laboratorio capaci di trasformare in preziose risorse i gas inquinanti emessi da processi industriali e discariche.
In particolare, acetone e isopropanolo, che hanno un mercato globale di oltre 10 miliardi di dollari. Il sistema, pubblicato sulla rivista Nature Biotechnology, è un’alternativa a zero emissioni rispetto agli attuali processi inquinanti che impiegano invece petrolio o gas naturale. La fermentazione batterica, utilizzata nell’industria alimentare per fare yogurt, birra e altri prodotti, è un approccio molto promettente per la produzione di diversi composti chimici senza l’uso di fonti fossili.
In questo campo di solito si sfruttano batteri che traggono l’ energia per la fermentazione dallo zucchero, il quale però non solo è costoso, ma aumenta anche l’ emissione di gas a effetto serra nel processo. Invece, i ricercatori sono partiti da un batterio in grado di fermentare il gas: Clostridium autoethanogenum.
Batteri sintetici trasformano inquinamento in risorse
Gli autori dell’ esperimento hanno utilizzato la biologia sintetica per programmare il patrimonio genetico del batterio, in modo da indurlo a sintetizzare molecole che in natura non produrrebbe, come acetone e isopropanolo.
Utilizzando le stesse tecniche di biologia sintetica è possibile adattare i microrganismi a produrre altre sostanze. Il test ha dimostrato l’ elevata efficienza del procedimento e la sua sostenibilità dal punto di vista ambientale: i batteri infatti assorbono più anidride carbonica di quanta ne emettono, rendendo tutto il processo ad impronta carbonica negativa.
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