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Spettacolo

Totò Cascio: “Malattia? Io vittima di pregiudizi. Bocelli con una frase mi ha ridato coraggio”

Totò Cascio: “Malattia? Io vittima di pregiudizi. Bocelli con una frase mi ha ridato coraggio”. Totò Cascio e la malattia, l’ex bimbo prodigio di ‘Nuovo Cinema Paradiso’ parla dei suoi problemi con la retinite pigmentosa che lo ha reso quasi cieco e della sua rinascita. Di seguito alcuni passaggi dell’intervista rilasciata a ‘Il Giornale’.

Tu hai 35 anni. Cosa cambia nel 2015?
«Un mio amico, che viveva la mia stessa condizione – la chiamo così perché non considero la retinite pigmentosa una malattia – mi convince a intraprendere un percorso di sostegno psicologico. Mentalmente ero infatti a pezzi. Pensavo di farcela da solo, ma ero vittima dei pregiudizi».

Anche tu, come tanti, eri restio a rivolgerti allo psicologo.
«Sbagliando, lo consideravo il medico dei pazzi. E io non mi reputavo un pazzo».

Ma la «pazzia» non c’entrava nulla.
«L’ho capito fin dalle prime sedute. Davanti a me c’era una specialista sensibile e competente che, passo dopo passo, mi ha liberato da ogni insicurezza».

Trascorrono tre anni e, nel 2018 arriva la seconda svolta: quella decisiva.
«Sì. Decido di trascorrere un anno all’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza di Bologna».

Qui diventi amico di Andrea Bocelli.
«Stringo rapporti intensi anche con tante altre persone, ognuna portatrice di storie meravigliose. Fatte di coraggio, impegno e perseveranza».

[…] la testimonianza di Bocelli lascia un segno particolare.
«Andrea è una persona eccezionale. Il giorno in cui gli confidai il mio stato di disagio, lui mi sostenne con parole che fecero breccia nel cuore e nella mente».

Cosa ti disse esattamente?
«Che non avevamo nulla di cui vergognarsi. E che, anzi, il nostro esempio poteva essere utile anche per gli altri nelle nostre stesse condizioni».

La svolta è ormai completa.
«I fantasmi sono alle spalle. Sono un uomo nuovo. Pronto a volare alto».

Totò Cascio: “Malattia? Bocelli con una frase mi ha ridato coraggio”

Una rinascita che coincide con la proposta di diventare testimonial Telethon proprio nella campagna per la cura della retinite pigmentosa.
«L’idea del regista Mauro Mancini è geniale: un cortometraggio che metta a confronto il Totò bimbo di Nuovo Cinema Paradiso con il Totò di oggi. Giriamo le scene tornando sui luoghi del film, puntando su un formula di amarcord dal doppio registro comunicativo: nostalgia e speranza. Al bando ogni forma di pietismo, la chiave espressiva è la positività nel futuro. E nei progressi della ricerca scientifica».

[…] E così Totò, l’ex piccolo aiutante di «Alfredo» (Philippe Noiret) il proiezionista del Cinema Paradiso, ha accettato la nuova sfida.
«Sì, la sfida di tornare nella piazza di Bagheria, lì dove nel 1988 tutto era iniziato. E finito. Ma dove, oggi, sono fiducioso che tutto possa ricominciare».

[…] Che sensazione ti ha dato tornare sui luoghi di «Nuovo Cinema Paradiso»?
«Un’unica, enorme, emozione. Fatta però di tanti flashback».

Descrivine uno.
«Ho riattraverso la stradina dove Peppuccio, durante la registrazione di una scena del film, mi sgridò a muso duro».

Motivo della sfuriata?
«Avevo 8 anni e c’era tutto il paese a guardarmi, compresi genitori, parenti e amici. Io mi atteggiavo a star e facevo qualche capriccio di troppo. Feci ripetere una scena tantissime volte. All’ennesimo ciak sbagliato, Peppuccio divenne una belva e mi urlò che a Roma erano scontenti e delusi dal mio comportamento».

[…] Difficile però rimanere con i piedi per terra quando, da bambino, si vincono premi internazionali battendo addirittura la concorrenza di mostri sacri come Al Pacino, Alan Alda e John Hurt.
«Io preferito ad Al Pacino. Per fortuna, a quell’età, non mi rendevo conto dell’enormità della notizia».

Totò Cascio: “Malattia? Io vittima di pregiudizi”

Tu pensavi solo a giocare a pallone.
«Il calcio era la mia passione. Quando ho dovuto smettere gi giocare perché non vedevo più il pallone è stato uno dei momenti più tristi della mia esistenza».

Fin quando la retinite non si è aggravata, sei stato un bimbo felice.
«Felicissimo. Viaggi, giochi, avventure, risate. Come quella volta in Giappone…».

Cosa accadde in Giappone?
«I giapponesi erano follemente innamorati di Nuovo Cinema Paradiso. Eravamo a Tokyo per registrare uno special sul film ed eravamo ospiti in un hotel da favola. Avevo notato che, a ogni piano, c’erano delle ragazze bellissime che salutavano con l’inchino i clienti che uscivano dall’ascensore. Passai ore e ore a salire e scendere facendomi fare l’inchino. Inoltre ebbi la soddisfazione di insegnare il siciliano ai giapponesi».

[…] A che stadio è attualmente la tua retinite pigmentosa?
«Negli anni ho perso prima la visione notturna, poi quella periferica della retina. Ormai vedo solo ombre e non distinguo più i volti. Se devo spostarmi in luoghi che non conosco ho bisogno di un accompagnatore. Risiedo in Sicilia dove la mia famiglia gestisce due supermercati, ma mi trasferirò a Bologna dove lavorerò sempre in campo artistico».

Quando hai interpretato «Nuovo Cinema Paradiso» avevi 8 anni. Ora che nei hai 42 qual è il concetto-chiave di quel film?
«Il concetto del sogno. E, per sognare, non c’è niente di meglio che un nuovo cinema. Capace, da solo, di portarti in paradiso».

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