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La rivincita di Orietta Berti: “C’è stato un periodo in cui mi schivavano tutti. Non volevo cantare ‘Finché la barca va”

La rivincita di Orietta Berti: “C’è stato un periodo in cui mi schivavano tutti. Non volevo cantare ‘Finché la barca va”. La rivincita di Orietta Berti in età matura dopo un periodo in cui, a suo dire, la schivavano tutti, la cantante lo rivela in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’.

Come si vive un successo così popolare in età matura?
«È il successo che arriva a un’età certa… ma non ho il tempo di godermelo fino in fondo, lavoro tutti i giorni, ho registrato spot pubblicitari, faccio tante trasmissioni tv: vado tutte le domeniche da Fazio, per Antonella Clerici sono la coach a The Voice Senior, e poi sono stata all’estero, dove ho girato delle puntate fantastiche con Sandra Milo e Mara Maionchi, il programma si intitola Quelle brave ragazze e sarà su Sky a primavera» […] «c’è stato un periodo in cui nell’ambiente mi schivavano tutti».

Lavora di più oggi che quando era giovane…
«Come contratti televisivi sì, perché un tempo c’erano meno canali e reti dove poter andare; come concerti ovviamente no, questi due anni di pandemia hanno fermato tutto».

«Fin che la barca va» è la canzone che la identifica, eppure non le piaceva…
«Non diciamo quante copie ha venduto che poi sono sempre sottoposta a tasse in più… Io volevo una canzone d’amore e a me quel testo non piaceva. L’ho fatta a malincuore, meno male che mi ha convinto mia mamma».

Il testo — direbbe Franca Leosini — era birichino: «Vorrei aprire in fretta il mio cancello / Ma quel cancello io non l’apro mai…».
«Si parlava di tradimenti, quante occasioni si hanno da giovani… però bisogna avere l’intelligenza di scegliere: o il marito o l’amante. Io ho sempre scelto il marito».

La rivincita di Orietta Berti: “C’è stato un periodo in cui mi schivavano tutti”

Adesso son tempi diversi…
«Adesso la gente si annoia e vuole sempre cambiare. Ma a furia di cambiare non si finisce più».

Caterina Caselli l’ha definita «glaciale». Si riconosce in questo tratto?
«Sono una brava attrice… In realtà chi non si emoziona al Festival di Sanremo? In passato era la manifestazione più importante, la gara era serrata, mentre oggi puoi avere successo anche se non vinci, ci sono le radio per promuovere i brani, la pressione è minore. Io all’epoca mascheravo, ostentavo serenità, però dentro di me c’era un uragano, una tempesta, ma non lo facevo vedere… ma se una persona dentro di sé non si emoziona davvero come fa a emozionare il pubblico?».

C’è stato un periodo in cui la sua popolarità musicale è stata appannata. Ma la tv l’ha sempre cercata. Prima Fazio, poi Costanzo, poi ancora Fazio.
«Ho fatto tre volte Quelli che il calcio, cinque volte Buona Domenica, ora ancora Il tavolo con Fazio. Quando abbiamo finito il primo anno di Buona Domenica sono andato da Costanzo a ringraziarlo e lui mi ha detto: Orietta, in questo ambiente non devi ringraziare nessuno, perché se tu non mi facevi audience, se tu non mi facevi comodo, io ti avrei lasciata a casa e invece ti ho confermato anche per l’anno prossimo».

[…] Sfoggia sempre dei vestiti fenomenali, colorati.
«Mi veste da tanti anni Nicolò Cerioni, lo stesso stilista dei Måneskin, di Lauro, Nannini, Jovanotti… a ognuno dà il suo abito, immagina dei vestiti che rispecchiano il carattere e la personalità di chi li indossa. Così mi sento me stessa».

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