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Roberto Giacobbo: “Io amato dal pubblico? C’è un motivo. E poi ho un segreto…”

Roberto Giacobbo: “Io amato dal pubblico? C’è un motivo. E poi ho un segreto…”. Roberto Giacobbo amato dal pubblico per un motivo precedente, è lo stesso giornalista e conduttore di Freedom – Oltre il confine a spiegarlo in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

“Freedom – Oltre il confine” riparte su Italia 1 dal 19 dicembre con 13 nuove puntate.
«Sono arrivato a quasi 400 prime serate in onda, da quando ho iniziato con “Stargate” nel 1999. Non è poco».

[…] Secondo te perché sei così amato dal pubblico?
«Io parlo come vorrei ascoltare. Non ho mai fatto un programma di risposte ma di domande. Io sono in classe, non in cattedra, solo che ho la possibilità di chiedere a chi le cose le sa. Diciamo che sono “un telespettatore professionista” che cerca di fare gli interessi di chi guarda».

Ma avrai un segreto?
«Essere sempre presenti e rinnovarsi in continuazione. Le trasmissioni le finiamo praticamente il giorno prima che vadano in onda. Tant’è che quando non siamo fuori a girare, siamo nella nostra “cittadella” a lavorare».

Cosa sarebbe questa cittadella?
«È il posto qui a Roma dove nasce il programma. C’è una sala montaggio, uno studio tv, la “sala Geppetto” dove ripariamo le attrezzature, la sala impianti, la redazione, l’ufficio degli autori. Abbiamo il garage, un magazzino, le scenografie, un laboratorio… è tutto lì. Anche il parcheggio dove teniamo il camion per i servizi. Anzi, ora te lo faccio sentire mentre esce per andare in Sicilia a girare un servizio».

Roberto Giacobbo: “Io amato dal pubblico? C’è un motivo”

[…] E con quali “immagini” ci stupirai nelle nuove puntate di “Freedom”?
«Mi sono infilato 35 metri sotto terra, nel quartiere Monteverde di Roma. Un passaggio strettissimo, dove faccia a terra, nel fango, arriviamo alla fine di un cunicolo ed entriamo nell’ultima stanza, appena scoperta, dove siamo rimasti pochi secondi perché non c’era ossigeno. Era piena di stalattiti e stalagmiti enormi, cresciute in poco tempo. Poi gli scopritori l’hanno richiusa perché la natura continui a fare il suo lavoro».

Anche questa volta ci sarà qualche servizio girato negli Stati Uniti?
«Sono andato a Las Vegas dove ho incontrato il più celebre mentalista al mondo, Gerry McCambridge. Sono stato a casa sua e poi con le nostre telecamere siamo saliti sul palco per riprendere il suo spettacolo, ma non abbiamo capito niente dei trucchi che realizza».

E tu invece come ci stupirai?
«All’inizio di ogni puntata visiteremo un museo in 10 minuti. Ma quelli più particolari, come il Museo delle curiosità di San Marino (dove c’è una stola di volpe del ’700 che si mettevano al collo le signore per attirare le pulci); quello della Follia che si trova a Venezia (si mostrano dalle catene alle camicie di forza, dalle manette alla gabbie di detenzione, un museo dell’orrore vero); quelli dell’Arte sanitaria a Roma e delle Cere anatomiche a Cagliari, dove si trovano le riproduzioni in cera dei corpi sui quali si allenavano gli studenti di medicina. Infine termineremo ogni puntata parlando delle varie “sindromi”, ce ne sono tantissime. Come quella di Stendhal, della capanna, del campione, e perfino la sindrome del Natale».

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