Shaila Gatta si raccconta: “Dormivo su un gonfiabile e mangiavo pasta e fagioli. Devo tutto a Maria De Filippi”. Shaila Gatta si raccconta, la Velina più longeva di Striscia la notizia ripercorre le tappe più significative della sua vita privata e professionale in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Shaila, avrebbe mai immaginato di arrivare fin qui?
«Dentro di me l’ho sempre saputo. Soprattutto nei momenti difficili…».
Racconti.
«Mio padre Cosimo è autista Asl, mamma Luisa ha fatto per anni la sarta in casa. Soldi non ce n’erano tanti e per poter studiare danza alla Scuola Harmony di Napoli ho dovuto fare molte rinunce».
Faccia un esempio.
«Niente abiti firmati, i tutù me li cuciva mamma, che con l’uncinetto mi faceva deliziose cuffiette da mettere sopra lo chignon. I sacrifici dovevamo farli tutti».
Com’è arrivata da Secondigliano a Milano?
«Passando per Roma, dove mi sono trasferita a 16 anni».
Shaila Gatta si raccconta: “Devo tutto a Maria De Filippi”
Da sola?
«Sì. Mi ero diplomata in anticipo in danza classica e restando a Napoli non avrei potuto fare molto di più. Così, contro la volontà di mio padre, che non capiva come la mia passione potesse trasformarsi in mestiere, mi cercai una stanza a Roma. Per molto tempo io e lui non ci siamo rivolti la parola, anzi, ero io quella arrabbiata con lui. Oggi capisco che la sua era solo paura, e forse anche frustrazione per non potermi dare quanto avrebbe voluto».
Veniamo a quella stanza.
«Quartiere Re di Roma, vivevo con la padrona di casa. La mia camera costava 225 euro al mese ed era vuota: dormivo su un materasso gonfiabile, tenevo la valigia aperta per gli abiti. I miei mi davano 400-500 euro al mese. Per le lezioni di danza potevo spenderne un’ottantina: mangiavo pasta e fagioli o pasta e pomodorini per settimane. Durante una lezione Luca Barbagallo rimase colpito dalla mia determinazione e mi offrì una borsa di studio: 6 ore al giorno in una scuola di ballo. Nel frattempo mi presentavo ai provini anche se ero minorenne, ed è stato un bene».
Perché?
«Intanto perché respiravo il clima di quell’ambiente. Una volta andai a un’audizione per un programma su Canale 5 di Enrico Brignano, gli piacqui, ma l’età era un problema e non se ne fece nulla. Stessa sorte con Luciano Cannito, che mi suggerì di provare con Amici, dove conobbi Luciano Peparini: ma ero minorenne, niente da fare. L’anno dopo, invece, superai il provino. Dell’opportunità sarò sempre grata a Maria De Filippi».
Viveva ancora nella casa con il materasso gonfiabile?
«No! Avevo cambiato. Dopo Amici sono arrivate tante cose: il Capodanno con Carlo Conti, Tu sì que vales, ho ballato a Sanremo. E al provino di Ciao Darwin conobbi Marco Garofalo, che purtroppo non c’è più. Mi scelse e alla quarta puntata mi affidò un pezzo da prima ballerina. Lì mi notò la coreografa di Striscia, ma lo scoprii in seguito».
Shaila Gatta si raccconta: “Dormivo su un gonfiabile e mangiavo pasta e fagioli”
E così arriviamo a Milano.
«Con sorpresa. L’audizione l’avevo fatta a Roma, per un generico programma Mediaset. Tre mesi dopo mi convocano a Milano e davanti alla proposta sul tavolo leggo che si tratta di Striscia. “Scusate, in che senso?”, chiesi».
[…] Il primo regalo ai suoi?
«La cucina nuova. Ogni mese mando dei soldi a mamma per farsi dei regali. È il mio modo di dire grazie».
Ora cosa sogna?
«Un futuro da conduttrice: per tre anni mi sono allenata con Paperissima Sprint, anche questo un grande segno di fiducia di Antonio Ricci».
È fidanzata con il difensore del Belvedere Grosseto Leonardo Blanchard. La Velina e il calciatore: uno stereotipo.
«Non credo agli stereotipi, ma nell’amore, che non ha stipendio o professione. Lo puoi incontrare in panetteria».
Una curiosità: perché si chiama Shaila?
«Per Shaila Risolo, di Non è la Rai. Mia sorella, Jessica, aveva chiesto a mia madre una sorellina che avesse quel nome e facesse la ballerina. Accontentata!».
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