Usa, Casa Bianca infestata dagli spiriti: “Due eventi storici voluti da demoni”. Su Discovery+ lo scorso venerdì, 26 novembre, è andato in onda “Shock Docs: Demon in the White House”, un documentario che si sforza di dipingere la Casa Bianca come infestata da una presenza demoniaca.
Secondo i testimoni che partecipano al “documentario” del regista Brook Linder, questo ha senso perché nessuna residenza è segreta come quella del Presidente degli Stati Uniti. E i luoghi segreti sono ovviamente focolai di attività paranormali.
Inoltre, secondo l’esperto del paranormale, dovremmo essere tutti molto spaventati, perché i demoni sono intenti a manipolare i vivi, e quindi potrebbe non esserci pericolo più grave affrontato dall’America di uno spirito malvagio che attacca un presidente. È, infatti, «una questione di sicurezza nazionale».
Il viaggio spettrale riproposto inizia nel 1853, quando Franklin Pierce diventa il quattordicesimo presidente degli Stati Uniti. Poche settimane dopo che Pierce ha vinto le elezioni, suo figlio Benny muore durante l’orribile deragliamento di un treno.
La tragedia scuote il clan Pierce e in particolare la moglie di Pierce, Jane, una donna “malinconica” che allevata come una rigorosa calvinista dal padre predicatore. Jane reagisce a questa perdita scrivendo lettere al figlio perduto Benny. Secondo “Demon in the White House”, si serve anche delle sorelle Fox, allora famose per essere in grado di comunicare con i morti attraverso le sedute spiritiche. In poco tempo, alla Casa Bianca si diffonde la voce che Jane parla con il figlio morto.
Jane è entrata in contatto con suo figlio morto? Chi lo sa! Tuttavia, “Demon in the White House” si rifiuta di lasciare che la verità si frapponga a un buon racconto, e così abbondano le scene in cui Jane e le sorelle Fox, sedute attorno a un tavolo, chiedono a Benny di rispondere loro bussando una volta per sì e due per no.
Casa Bianca infestata dagli spiriti: il documentario statunitense
In quelle e in innumerevoli altre sequenze, un demone alto, scuro e dagli occhi rossi si materializza invariabilmente nell’angolo della stanza o direttamente dietro una persona ignara. In tutto, i soggetti dell’intervista speculano su eventi e idee che vengono poi visualizzati come fatti. Tale congettura si costruisce poi su sé stessa, fino a quando non si forma una finta narrativa generale basata su nient’altro che fantasiose congetture.
Questo modus operandi raggiunge il suo apice verso la fine del racconto sui Pierce, che si può sintetizzare così: i Pierce hanno condotto sedute spiritiche alla Casa Bianca; si sono messi in contatto con Benny; hanno poi stabilito che Benny era in realtà uno spirito malvagio che si fingeva il ragazzo morto; altri hanno iniziato a preoccuparsi che i Pierce fossero controllati dalle forze sataniche.
I Pierce assoldono così un prete per eseguire un esorcismo alla Casa Bianca. Letteralmente niente di tutto ciò è verificabile in modo definitivo, e un paio di testimoni stanno attenti a dire che solo alcune di queste cose potrebbero essere accadute. Tuttavia, il documentario li presenta come autentici incidenti storici.
La follia di “Demon in the White House” non si ferma qui, ma si apre all’idea che Pierce abbia firmato il Kansas-Nebraska Act, che ha accresciuto le tensioni interne sulla schiavitù, provocando la violenza del “Bleeding Kansas” del 1854-1859, sotto l’influenza dei demoni, insinuando così che la guerra civile che ne seguì fu opera dei servi di Belzebù.
Su Abraham Lincoln il discorso cambia. Come Pierce, Lincoln perde un figlio di 11 anni e la moglie Mary Todd si affida a un sensitivo. Ma quel medium, Charles Colchester, può anche aver previsto l’omicidio del presidente prima che avvenisse, ma aveva anche legami con l’assassino di Lincoln, John Wilkes Booth, e quindi potrebbe essere un impostore o un cospiratore, si legge su Daily Beast.
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