Massimiliano Gallo: “Compagna? L’incontro a Roma, poi un segnale inequivocabile”. Massimiliano Gallo sulla compagna e non solo. L’attore napoletano racconta del primo incontro con l’attrice brasiliana Shalana Santana in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’.
Da uomo innamorato, si è mai fatto mettere i piedi in testa da una donna?
«No, nemmeno da ragazzo. Sarà perché sono uno che potenzialmente sta bene anche da solo. Un rapporto dove lui o lei domina è sbagliato. Manca l’equilibrio».
Sappiamo, invece, che lei è molto innamorato della sua compagna, l’attrice brasiliana Shalana Santana. Su quale set vi siete conosciuti?
«In realtà ci presentò un amico comune, dopo di che ci demmo appuntamento per un caffè in un bar di Roma dalla vista spettacolare. Parlando parlando, si fece molto tardi. Prima di salutarci, io e Shalana ci rendemmo conto di non avere bevuto né caffè né altro. Era un segnale inequivocabile…».
[…] Dove vivete?
«Da quando mi sono separato dalla mia ex compagna sono tornato a Napoli. Ogni artista trae forza e ispirazione da questa città. Shalana, che è nata a Brasilia (capitale del Brasile, ndr), dice che Napoli è la città più bella del mondo per vivere e non la cambierebbe con nessuna. A Napoli ci sono i miei fratelli, i nipoti. Insomma c’è tutta la mia famiglia d’origine».
Nemmeno sua figlia Giulia riesce a tenerle testa e a renderla più mansueto?
«Lei sì. Giulia ha un carattere forte. La famiglia è il mio punto fermo, quello che mi fa stare sempre con i piedi per terra».
Massimiliano Gallo: “Compagna? L’incontro a Roma, poi…”
Giulia come vive i successi del papà?
«Con indifferenza… “I bastardi” li ha visti su Raiplay. E mi sa che è rimasta ancora alla prima stagione di “Imma Tataranni” (sorride). È contenta per la mia carriera, per i miei premi. Nonostante l’abbia portata a teatro da quando era neonata, a lei non interessa lo spettacolo. Studia Psicologia. Abbiamo un bel rapporto. Giulia mi fa domande, mi vuole psicanalizzare… Forse lei rintraccia nel mio modo di fare qualche insicurezza. Poi, io in analisi ci sono stato davvero».
Come mai?
«Per il rapporto con mio padre. Ero arrabbiato con lui e non capivo il motivo. Crescendo, ho realizzato che avevo vissuto e visto Nunzio Gallo mito in televisione per poi ritrovarmelo a casa vecchio, senza più i cosiddetti super poteri che hanno tutti i papà agli occhi dei figli. Sono l’ultimo dei fratelli. Certo se fosse vivo, sono sicuro che oggi sarebbe il mio più grande fan».
[…] Lei ha avuto successo dopo i 40 anni. C’è più consapevolezza a quell’età…
«Dopo una lunga gavetta teatrale, il mio primo film al cinema è stato “Fortapàsc” del 2009. L’ho girato con il compianto Libero De Rienzo, che ricordo come un ragazzo puro, che non parlava mai male dei colleghi. In questi 12 anni ho dovuto “recuperare” facendo 35 film e 15 serie tv. Ho corso tanto. La popolarità serve a darti la possibilità di scegliere, di fare un film piuttosto che un altro. Sono felice perché in un Paese dove si racconta che non esiste la meritocrazia, io ho avuto la fortuna di emergere. Nella mia vita non ho mai conosciuto un onorevole né ho avuto bisogno della spinta. La Rai mi ha premiato e ne sono riconoscente».
In primavera andrà in onda su Raiuno la fiction “Vincenzo Malinconico”. Cosa può dirci?
«Che finalmente qui sarò protagonista assoluto! E andrò in ansia per gli ascolti (sorride)».
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