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Memo Remigi: “Mia moglie? L’ho soffiata a un amico. Mi cacciò di casa per Barbara D’Urso”

Memo Remigi: “Mia moglie? L’ho soffiata a un amico. Mi cacciò di casa per Barbara D’Urso”. Memo Remigi la moglie, Barbara D’Urso, Ballando con le Stelle, il cantante parla a tutto tondo in una lunga intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Corriere della Sera’.

Sul serio fa la ruota? Rincorsa, mani a terra, slancio, giro in aria completo e oplà, in piedi? A 83 anni?
«Certo, anche se preferisco chiamarlo salto mortale, data la veneranda età. La ruota è la mia unità di misura del tempo che passa: finché non mi schianto sul pavimento significa che va tutto bene, che non sono ancora un rottame».

[…] Milly l’ha messa a dieta.
«Mai stato grasso. Mi ha solo suggerito di mangiare sano. Risottino in bianco, pescetto, pollo… addio cucina romana. Ma è una questione di sopravvivenza. In sala prove, dietro gli specchi, ci sono le telecamere, perciò le luci sono al massimo, fa un caldo tremendo, se dovessi digerire la carbonara schiatterei all’istante e preferirei rimandare il momento».

[…] Memo è il diminutivo di…?
«Di Emidio, come il nonno paterno, era uno spasso, un birichino, infatti ho avuto almeno due o tre nonne… quando gli presentavo le fidanzatine cercava sempre di sbirciargli le gambe sotto le gonne. L’ho tenuto anche da grande, Emidio è troppo impegnativo, viene dal greco, significa mezzo dio, ma non ho mai capito quale fosse la mia metà divina».

Memo Remigi: “Mia moglie? L’ho soffiata a un amico”

Suo padre Ercole sperava che con l’età si ravvedesse.
«Papà possedeva una ritorcitura di filati con quaranta operai, mi avrebbe voluto come direttore dello stabilimento, io invece non ne volevo sapere. Lascialo fare, lascialo sognare, gli ripeteva mamma Maria, il mio angelo».

E così è stato.
«L’estate si andava in vacanza a Santa Margherita Ligure, all’hotel Helios, con un grande salone delle feste e un pianoforte. Ci portavo le ragazzine che rimorchiavo in spiaggia. Ho scritto una canzone per te… in realtà era sempre quella, cambiavo giusto il nome e la rima».

Finché un giorno…
«Avrò avuto diciassette anni, incontrai il maestro Giovanni D’Anzi, quello diO mia bela Madunina, che aveva una villa in collina a Santa Margherita. Era seduto a leggere il giornale a un tavolino dell’albergo, mi sentì suonare. Naturalmente stavo tacchinando una nuova conquista cantando Rossella mia… o Francesca mia… Si avvicinò e mi chiese cos’era quel motivetto e se ne conoscevo altri. Certo, li ho scritti io, risposi. E gliene accennai qualcuno».

E dopo che accadde?
«Niente. Passò quasi un anno. Poi mi cercò. Parlò prima con papà: mi mandi suo figlio a Milano, ha talento. Lui non voleva saperne, lo convinse mamma. Mi presentai nel suo ufficio in Galleria del Corso. Appena entrato, il maestro D’Anzi mi mandò subito al piano. Suonami qualcosa».

Memo Remigi: “Mia moglie mi cacciò di casa per Barbara D’Urso”

E da lì non ha più smesso.
«Un pomeriggio del 1963, giocherellando con il grande paroliere Alberto Testa, mezzo matto come me, cominciai a canticchiare… sapessi che cretino, scoprirsi innamorati a Torino… sapessi che pazzia, trovarsi innamorati a Pavia… e via di rima in rima, finché non intonai: sapessi com’è strano, sentirsi innamorati a Milano. Alberto saltò su. Ecco questa sì che è bella. Le altre parole mi vennero di getto: senza fiori, senza verde, senza cielo, senza niente…».

[…] Lei, Iva, Ornella e Orietta siete ancora qui.
«Non ho avuto quel successo da fuochi d’artificio, però ho dato al pubblico la mia semplicità, la spontaneità, l’onestà e in cambio sono stato molto amato. Sono rinato con Propaganda Live, Diego è un genio, non mi ha chiesto di cantare, ma di essere quello che sono, non solo un pianista in giacca e cravatta, finalmente mi hanno scoperto anche i giovani. Il mio ultimo disco è un reggaeton, ComoShapira, per Clodio Music, in duo con Nartico, cantautore indie di 21 anni».

Con sua moglie Lucia, scomparsa a gennaio, siete stati sposati per 55 anni, dal 1966 al 2021, con qualche intermezzo e un divorzio.
«Però poi ci siamo risposati, con nostro figlio Stefano come testimone. Ci siamo amati moltissimo, per me è stata fidanzata, sposa, amante e mamma, tutto».

La soffiò ad un suo amico.
«Eravamo a un torneo di golf a Sanremo — ero piuttosto gagliardo sul green — e il mio amico mi disse che aveva invitato una ragazza bellissima appena conosciuta. Dai, stasera andiamo a prenderla in stazione. Comprai un mazzo di fiori e appena la vidi cominciai subito a fare il tacchino. A fine serata avevo già in tasca il suo numero di telefono, il primo appuntamento fu a Milano, in Galleria, tra migliaia di persone. Innamorati a Milanoparlava di noi».

Memo Remigi: “Mia moglie? L’ho soffiata a un amico”

Da fidanzati la accompagnava nelle sue prime serate.
«Papà mi aveva regalato una Giulia per il diploma di ragioneria, d’estate partivamo per la Riviera ligure o Toscana e Lucia entrava nei locali o negli alberghi proponendo uno scambio: voi ci date vitto e alloggio e il mio fidanzato canta gratis. Così ci pagavamo le vacanze».

Ad un certo punto però lei ebbe…
«Una scivolata d’ala».

Con una giovanissima Barbara D’Urso.
«Era appena arrivata a Milano, ingenua, inesperta della vita, sono stato il suo mentore, le ho insegnato un po’ di cosine, l’ho protetta da certi ambienti, anzi l’ho salvata. Avevo 39 anni, lei 19».

Sua moglie la cacciò di casa.
«E ha fatto bene, ha capito che non era una storia da una notte e via… Io e Barbara abitavamo in un monolocale vicino a piazza Napoli, la portavo con me nelle tv private, le spiegavo come muoversi, come parlare, molti miei colleghi cercavano di aiutarla, sapendo che era la mia ragazza. Pippo Baudo la prese a Domenica In».

Durò quattro anni.
«Finì quando lei mi disse che voleva un marito e dei bambini, io avevo già dato, era giusto lasciarla libera. E tornai da mia moglie».

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