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Chiambretti: “Mio padre? Cattivo ma mai conosciuto, non si è mai preso la responsabilità”

Chiambretti: “Mio padre? Cattivo ma mai conosciuto, non si è mai preso la responsabilità”. Il conduttore televisivo parla del suo nuovo libro e ripercorre alcune tappe della sua lunga carriera in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi

A Felicita ha dedicato il libro. Com’era?
«Una donna fortissima, ironica. Guardi, questi sono i suoi libri (apre a caso una delle cinque raccolte di poesie sul tavolo basso di vetro, tutti con una farfalla in copertina, ndr). “Con infinito amore a mio figlio Piero per essermi stato donato dal destino”… Ci resto male ogni volta, non è vero che il tempo risolve le cose. La ricordo quando era giovane, come una sorella, ero molto geloso di lei, aveva degli spasimanti che mi teneva nascosti. Giovane, simpatica, ma preoccupata: stava sveglia fino a tardi per finire il lavoro. Era entrata all’Alleanza Assicurazioni da semplice segretaria fino a diventare assistente del direttore».

Le chiedeva un parere sui programmi?
«Sempre, era la migliore telespettatrice e la più grande critica. Quello che le è piaciuto di più è stato Il laureato. Quando mi sentivo insicuro mi rincuorava, ma aveva anche il suo modo per scuotermi: mi diceva “Sei uno stupido!” e a volte “Pagliaccio!”, un’esclamazione forte: sapeva prendersi e prendermi in giro».

Chiambretti: “Mio padre? Mai conosciuto e non vorrei farlo oggi”

Nel libro definisce il suo «un padre cattivo»: non lo ha mai conosciuto. Perché non un cattivo padre?
«Spostare l’aggettivo dà meno importanza all’aspetto del genitore ma più all’atteggiamento, per rafforzare un mancato ruolo. Non si prese le sue responsabilità. Ma sono felicissimo così e non vorrei mai essere considerato una vittima. Sono stato fortunato, perché una madre che vale per due è sempre meglio di un padre che non vale niente».

Non ha la curiosità di incontrarlo adesso?
«Ma no, ormai è passato talmente tanto tempo che ne sarei deluso, anche dal punto di vista fisico. Avrebbe tra gli 85 e gli 87 anni, magari altri figli».

E lei che padre è?
«Autorevole senza essere autoritario».

L’ultima volta che ha sgridato Margherita?
«La sgrido poco. L’ultima volta è successo quando ha invitato a casa un’amica e hanno messo i piedi sui muri bianchi. Ma lì l’ho sgridata perché non aveva gestito da padrona di casa la presenza della sua amica».

[…] Ce ne sarà una che l’ha emozionato in modo particolare.
«La prima volta che incontrai Federico Fellini, al ristorante a Roma. Mentre parlavamo lui su un foglio schizzava il mio volto: Paolo Sorrentino è il suo miglior epigono. Poi, certo, Gorbaciov e Cossiga mi hanno emozionato, per i ruoli interpretati nella storia del mondo e dell’Italia. Ma anche Woody Allen: con l’aiuto di Tiberio Fusco seppi che non amava parlare della morte nelle interviste e allora gli feci solo domande sulla morte e su Bergman, uno dei suoi registi preferiti. Il mio divertimento fu vedere come cambiava espressione, mentre Costantino della Gherardesca faceva da interprete, per Markette».

Ha incontrato anche tanti politici.
«Da Nilde Iotti andai con un phon, da Prodi vestito da prete. Incontrai Tina Anselmi, la signora Fanfani, la moglie di Almirante. Ho avuto la fortuna non solo di veder cadere il Palazzo, ma anche di viverlo. Fui uno dei primi a proporsi con dei blitz, senza mai essere picchiato, ferito o denunciato. Le Iene, che sono bravissime, hanno un’aggressività diversa».

Chiambretti: “Mio padre? Cattivo ma mai conosciuto”

In quale conduttore americano si riconosce?
«Conosco troppo poco la televisione americana per rispondere. Sono molti quelli che si ritengono i David Letterman italiani. Io penso che di David Letterman ce ne sia uno solo e che in Italia non riuscirebbe a fare se stesso perché l’Italia, a differenza dell’America, non ha personaggi così generosi da andare a un talk show per fare solo show. Qui è talk e basta».

Ha lanciato personaggi come Alfonso Signorini e Costantino della Gherardesca. Le sono grati?
«La gratitudine non è una missione televisiva. Credo che entrambi abbiano un buon ricordo di me, specie Signorini che ho frequentato televisivamente tantissime volte e ha preso spazi importanti dentro la mia seconda, terza vita televisiva. La vita di tutti è fatta di scelte, di orari, luoghi: io vivo a Torino, loro entrambi a Milano e non ho modo di incontrarli. Non è importante dire mi ha scoperto lui. Mi interessa più il rapporto di amicizia e questo, soprattutto con Signorini, è avvenuto».

Se Fabio Fazio la invitasse a cena?
«Vivo benissimo senza andarci a cena».

[…] Il prossimo programma?
«Mi piacerebbe fare, finalmente, La repubblica dei bambini, con mia figlia ospite fissa o con un ruolo di disturbo rispetto a me».

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