Varese, abbonamenti pirata a pay-tv, rintracciati i clienti: nei guai 1.800 persone. Se fino ad ora, eccetto casi rari, le indagini e le operazioni per il contrasto del cosiddetto “pezzotto” riguardavano solo gli artefici della frode, adesso nei guai sono finiti anche i clienti che ne usufruiscono. Si, perché i pagamenti per ottenere i servizi pirata avvengono con ricariche online, quindi rintracciabili in moltissimi casi.
E il caso dell’ultima operazione della Guardia di Finanza che ha scoperto un uomo residente nella provincia di Varese che adesso è indagato a Milano. Rischia di finire sotto processo per i reati, tra gli altri, di “violazione della proprietà intellettuale” e “frode informatica”. Secondo gli investigatori l’uomo aveva un giro di 1.800 clienti a cui vendeva abbonamenti pirata per diffondere su internet contenuti offerti da note piattaforme televisive a pagamento.
Varese, abbonamenti pirata a pay-tv: nei clienti e pirata
L’indagato tra il 2017 e il 2020 offriva, dietro la corresponsione di un canone periodico a proprio favore, servizi televisivi a pagamento su tutto il territorio nazionale tramite proprie piattaforme internet. L’attività avrebbe fruttato proventi illeciti per 500.000 euro, incassati mediante bonifici bancari o ricariche con carte prepagate. Da qui sono stati rintracciati e denunciati i clienti che dovranno rispondere all’accusa di ricettazione.
La frode si è concretizzata nella diffusione di interi palinsesti televisivi di canali ad accesso condizionato oltre che nella trasmissione in streaming tramite un dispositivo connesso alla rete internet, come smart tv, tablet, pc, smartphone. I clienti avevano a disposizione programmi la cui visibilità non è fruibile indistintamente da tutti gli utenti della Rete, in quanto criptati, ma riservata esclusivamente ai clienti sottoscrittori di regolari abbonamenti.
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