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Valérie Perrin: “Italia nei miei libri? Non è una coincidenza. Amo il Sud spero di viverci un giorno”

Valérie Perrin: “Italia nei miei libri? Non è una coincidenza. Amo il Sud spero di viverci un giorno”. La scrittrice, fotografa e sceneggiatrice francese innamorata del Sud dei suoi libri e relativi personaggi che spesso fanno riferimento al nostro Paese in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

C’è differenza a scrivere per il cinema o per un romanzo?
«Nei miei libri sono libera: sono io la scenografa, la costumista, curo la fotografia. Nel cinema sei al servizio di qualcuno. Se scrivo per i film di Claude Lelouch traduco ciò che vuole lui».

La sua scrittura è sensoriale. Leggendola si percepiscono i profumi, si sentono i gusti…
«Io scrivo spesso in prima persona e sento davvero fisicamente ciò che sentono i miei personaggi. Che sia una bambina di cinque anni o un vecchio signore. Il freddo, il caldo, i profumi…».

Ambienterebbe una storia in Italia?
«Mi piacerebbe tantissimo e non è escluso che un giorno venga a vivere in parte nel sud Italia che amo alla follia. “Il quaderno dell’amore perduto” è stato ispirato da Milena Angus, adorerei vivere in Sardegna sei mesi all’anno. Dall’inizio, l’Italia si ripete nei miei libri e non è una coincidenza».

Valérie Perrin: “Italia nei miei libri? Non è una coincidenza”

C’è anche molto mare.
«L’acqua è come un battesimo. Nell’acqua ti lavi di tutto. Anche in “Tre” i protagonisti fanno un viaggio in Italia e c’è questa scena in cui c’è un bagno in mare che simboleggia un battesimo. Nell’acqua di Marsiglia Violette ripara il suo dolore».

Essere la compagna di Claude Lelouch l’ha mai posta nella situazione di essere la «moglie di», prima del suo successo?
«Per me essere la sua compagna non è stato un problema, anzi è stata una forza. Ho imparato proprio con Lelouch a scrivere le sceneggiature e stare con una persona del suo livello mi ha aiutata a formarmi nel mio mestiere. In Francia io sono Valérie Perrin, è difficile che mi associno a lui».

La situazione femminile in Francia è equilibrata?
«Non conosco bene cosa accade in Italia. Penso però che un problema grosso sia la grande dipendenza economica che c’è, ancora oggi, rispetto ai propri mariti. Alle madri spetta il compito di insegnare ai figli e alle figlie l’importanza prioritaria dell’indipendenza. Mio figlio tratta bene le donne perché l’ho educato bene».

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