Albertini: “Io sparito dal ticket per una battuta ma ero alla pari con Sala. Salvini umiliato nella sua città”. L’ex sindaco di Milano commenta il risultato delle ultime elezioni amministrative in una intervista rilasciata all’edizione milanese de ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
[…] ha vinto Sala al primo turno. Ci fosse stato Albertini candidato sindaco come sarebbe finita?
«I sondaggi mi davano alla pari, se non addirittura avanti. Ma ho rinunciato per motivi personali».
E se le avessero fatto fare il vice di Bernardo? La campagna elettorale sarebbe andata meglio?
«Questa ipotesi del vice era nata da un colloquio con Salvini. Mi ero reso disponibile per gratitudine. Dissi che andava bene qualsiasi candidato che avessero scelto eccetto Maurizio Lupi. Ma guardi che io non ho mai messo il veto su di lui. Anzi, quando ho espresso le mie perplessità sul profilo civico, ho anche suggerito il suo nome. Certo, non con me a fianco. Sono state comunque sollevate delle obiezioni anche sul mio ruolo di vice».
Da parte di chi?
«Sicuramente da Ignazio La Russa che ha posto la questione della maggiore notorietà del vice che avrebbe oscurato la figura del candidato. Ma è proprio per questo che veniva affiancato».
Albertini: “Io sparito dal ticket per una battuta”
Andiamo avanti però.
«E arriviamo al 6 luglio, il giorno del mio compleanno, con Lupi che tira fuori questa mia dichiarazione in cui lo definisco “chierichetto affarista”. Molto risentito, lui pone la questione “o lui o io”. D’improvviso tutti si scoprono d’accordo sul fatto che non potevo più fare il vice. Sono sparito dal ticket per colpa di una battuta sul conto di uno che col suo partito ha preso 8mila voti. Da quel giorno ho fatto solo da spettatore».
Una sconfitta così fragorosa come si spiega?
«Con la litigiosità della coalizione. Se non siete d’accordo neanche tra di voi, perché uno dovrebbe votarvi? Quale credibilità offrite?».
È una sconfitta di Salvini?
«Gli elettori di centrodestra non sono andati a votare perché la litigiosità interna li ha fatti incazzare. La verità è che tutti gli altri partiti non volevano che Salvini facesse una bella figura a Milano e volevano umiliarlo nella sua città. Dopo la rinuncia del vecchio leone sdentato e spelacchiato, l’obiettivo è diventato quello di intestare la sconfitta a Salvini».
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