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Televisione

Raoul Bova: “Don Matteo? Ho accettato per 2 motivi. Vi spiego chi è il mio Don Massimo”

Raoul Bova: “Don Matteo? Ho accettato per 2 motivi. Vi spiego chi è il mio Don Massimo”. Raoul Bova interpreta Don Massimo, il sacerdote che sostituirà in parrocchia il personaggio di Terence Hill nella Fiction Rai arrivata alla 13esima stagione. Di seguito alcuni passaggi dell’intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’

[…] La notizia del suo arrivo in “Don Matteo” al posto di Terence Hill ha avuto l’ effetto di una bomba sui fan della fiction.
«Io non la penso come una sostituzione ma piuttosto come un nuovo inizio. Per la serie e per me. Don Massimo è tutto un altro prete. Pensare a un confronto con Terence, con il suo successo e con l’ amore del pubblico per lui è impensabile».

Quando gliel’ hanno proposto non ha avuto perplessità?
«No, per almeno due motivi. Il primo è che la proposta di Luca Bernabei (il produttore della Lux Vide, ndr) è arrivata in più fasi. Inizialmente mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto interpretare un prete. Poi, in un secondo momento, mi ha detto qual era la sua idea e devo ammettere che mi ha fatto molto piacere che avesse pensato a me per una cosa così importante».

Ha parlato anche con Terence?
«È stata la prima cosa che ho voluto fare per sapere se condivideva la decisione di scegliere me e perché volevo essere certo che lui non soffrisse per aver lasciato la serie. Nei suoi occhi ho letto un incoraggiamento, è come se mi avesse detto: “Vai, adesso tocca a te”. Questo mi ha dato una marcia in più, se non fosse stato così non avrei mai interpretato Don Massimo. Diciamo che la vivo come una sorta di staffetta: Terence mi ha affidato il testimone che io devo portare in fondo con il vantaggio accumulato da chi ha corso prima di me».

Raoul Bova: “Don Matteo arriva mentre mi interrogavo sulla mia fede”

Qual è l’ altro motivo?
«La proposta della Lux è arrivata in un momento in cui sentivo l’ esigenza di una serie così, di qualcosa che mi togliesse il peso del periodo che abbiamo vissuto. Avevo bisogno di qualcosa di positivo e “Don Matteo” è una fiction che regala la speranza di un domani migliore. Negli ultimi mesi, inoltre, mi capitava spesso di riflettere sulla mia fede: l’ arrivo di questo ruolo lo considero un segno, un po’ come mi è capitato quando ho interpretato San Francesco. Non a caso Don Massimo ha un’ispirazione francescana».

Ma gira in motocicletta…
«La moto ha un senso che scopriremo nel corso delle puntate».

Parliamo di questo sacerdote. Di Don Matteo non sapevamo nulla, nemmeno il cognome…
«Don Massimo un cognome ce l’ ha, si chiama Mezzanotte. Pian piano conosceremo la sua storia e quella della sua famiglia. Per ora possiamo dire che è diventato prete intorno ai quarant’ anni e quindi la sua fede è giovane, è un sacerdote in cammino che cerca la sua strada. Deve imparare a fare il parroco, a stare con la gente. E anche a fare l’ investigatore, che non è proprio il suo primo pensiero quando arriva a Spoleto. Tanto Don Matteo era sicuro di sé, tanto lui è pieno di dubbi che affronta parlandone con il suo vescovo (interpretato da Giancarlo Magalli, ndr). L’ unica cosa che non mette mai in discussione è la sua fede».

Per prepararsi a interpretare Don Massimo si è consigliato con qualche sacerdote?
«Con don Carlo, un prete di Gorizia. È stato qui sul set qualche giorno, abbiamo parlato molto della vocazione e della scelta».

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