Simona Ventura: “Giovanni Terzi? Ha una malattia abbastanza seria. Ho trovato la persona complementare a me”. La conduttrice si racconta dal rapporto con il compagno Giovanni Terzi, alla sua famiglia allargata fino ai successi e le delusioni vissute durante la sua lunga carriera. Di seguito alcuni passaggi dell’intervista a ‘Il Corriere della Sera’.
«Giovanni? Ha una malattia autoimmune abbastanza seria, ma insieme combattiamo perché si arresti. Per la prima volta ho trovato una persona complementare a me, non ci lasciamo mai. Sognavo un uomo che non fosse geloso del mio successo e non entrasse in competizione con me. Se riesco a fare tante cose è anche grazie alla serenità che mi dà. La nostra, più che una famiglia allargata è una comune. Abbiamo 5 figli, i miei più i suoi, Ludovico e Giulio. E per noi vale il detto “tutti per tutti”».
[…] Come ha fatto a conciliare famiglia e lavoro?
«Intanto ho avuto la fortuna di avere i miei genitori e molte persone che mi hanno aiutata. In primis la tata Lulù, ecuadoregna, che mi ha supportata per tredici anni: 13 di Nic, 11 di Giacomo e 6 di Caterina. Ho cominciato a lavorare nel ‘94, ma ho avuto il grande exploit nell’intrattenimento dal 2000 al 2010: anni d’oro dal punto di vista lavorativo, ma complicati per la famiglia.
E agrodolci, sull’ottovolante: nel 2004 mi sono separata… Continuare a crescere i miei figli da madre single non è stato facile, qualcosa sul campo ho lasciato. Però sono sempre stata molto presente con loro: mi alzavo la mattina a portarli a scuola, non mancavo mai a una recita, a un incontro con gli insegnanti. Ero una specie di caterpillar: la disciplina me l’ha insegnata mio padre militare, lo stacanovismo l’ho ereditato da lui».
Simona Ventura: “Giovanni Terzi? Ho trovato la persona complementare a me”
Scelga 3 trasmissioni, a bruciapelo.
«Quelli che il calcio, L’Isola dei Famosi, Le Iene. Sono programmi in cui sono stata la prima donna. Ho sempre scelto la strada più difficile e posso dire con orgoglio di non essere mai stata imposta da qualcuno».
In quale si è divertita di più?
«Siccome mi annoio facilmente, quando non mi diverto più me ne vado. L’ultimo che mi ha divertita e fatto anche tenerezza è Temptation Island Vip: io non lo farei mai come concorrente! Quelli che il calcio cambiava ogni domenica, non rischiavo di annoiarmi. L’Isola dei Famosi non era mai uguale al copione, e a me piaceva cavalcare l’imprevisto».
Mai avuto paura prima della diretta?
«Sì, assolutamente. Il primo minuto me lo sono sempre imparato a memoria poiché il cuore mi batteva all’impazzata e non mi ricordavo più nulla».
[…] Ha lavorato con i più grandi: Fiorello, Baudo, Celentano. Da chi ha imparato di più?
«Da tutti, lavorare in coppia insegna tantissimo. Grazie ai grandi conduttori, dopo, sono riuscita a lavorare da sola. Ho sempre pensato di fare un gradino alla volta: la casa si costruisce dalle fondamenta, non dal tetto».
[…] L’accusa più vigliacca di questi anni?
«Di essermi drogata. Per anni ho fatto l’esame del capello. Questa calunnia era talmente dominante sui giornali che mi sono detta: ora con il primo che ci riprova mi rifaccio casa».
A proposito… Una volta raccontò che investiva nel mattone e che non ricordava quante case avesse. Oggi lo ricorda?
«Adesso me lo ricordo molto bene, ne ho solo 1 bellissima in Sardegna, tra Porto Cervo Marina e Liscia di Vacca. È il mio posto del cuore, ci tengo moltissimo perché lì sono cresciuti i miei tre figli… Prima investire nel mattone aveva più senso, questa cosa mi viene da mio padre. Oggi è cambiata la mentalità».
Simona Ventura: “Giovanni Terzi? Ha una malattia autoimmune abbastanza seria”
E dove investe ora?
«Nella società di produzione che ho creato, la SiVe Produzioni. Sarà la nostra carta per il futuro (guarda il compagno, ndr)».
[…] Qualche personaggio l’ha delusa?
«Avril Lavigne. Era un po’… capricciosa».
Ha un rito scaramantico?
«Se mi cade la cartellina la sbatto tre volte per terra e sputo tre volte sul copione. Questo non andrebbe bene con il Covid…».
Un programma che non rifarebbe?
«Guardo sempre avanti. Mi chiedono spesso di tornare all’Isola dei Famosi. Ma ora è difficile fare un reality, il pubblico è abituato ai ritmi delle serie tv. Io l’ho fatta nel momento giusto».
Il giorno più bello della sua vita?
«Quello in cui ho tenuto tra le braccia i miei figli».
Il più brutto?
«Diversi. I fallimenti. Sicuramente il mio matrimonio. Ogni storia lunga che ho avuto, quando si è chiusa, è stata un fallimento. Momenti negativi nel lavoro ne ho avuti, ma se si cade ci si rialza. I giovani non lo vivono così».
[…] L’ultima volta che ha pianto?
«A Venezia. Non mi aspettavo tutti quegli applausi per il mio documentario Le 7 giornate di Bergamo. Alla fine, con la canzone di Tricarico, io piango sempre».
È riuscita a conoscere Almodóvar?
«Macché! Però Sorrentino in ascensore mi ha detto in bocca al lupo!».
[…] È vero che da piccola voleva farsi suora?
«Sì, avevo la nonna molto credente che mi portava a messa ogni domenica e una volta mi fece leggere dal pulpito. Mi ritrovai con tutte queste vedove vestite di nero che mi guardavano e mi ascoltavano e mi accorsi di un brivido nella schiena. Poi ho scoperto che non era vocazione: il palcoscenico mi aveva già sedotta».
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