Renzo Arbore: “Mariangela Melato amore straordinario. Ho avuto un compito fino all’ultimo respiro”. Il musicista ricorda l’attrice con cui ha avuto una relazione in occasione di quello che sarebbe stato il suo 80esimo compleanno. Di seguito alcuni passaggi dell’intervista a ‘Il Corriere della Sera’
Ci dispiace rattristarla Renzo, chiedendole di Mariangela
«Io adoro ricordare Mariangela, il suo talento straordinario, la sua grazia, la sua unicità. Certo gli anniversari portano con sè rimpianti e tante riflessioni. Sono felice però che venga ricordata, anzi bisognerebbe farlo di più. Giovedì 30 settembre andrà in onda la prima puntata di “Illuminate” su Rai3 interamente dedicata a Mariangela Melato. Ci sono anche io . Vedremo molto di lei, è un bellissimo omaggio».
Il mondo conosce le capacità artistiche indimenticabili della Melato. Lei ci racconti anche aspetti inediti di Mariangela: quanti anni avevate quando vi siete conosciuti?
«Io avevo 36-37 anni (lei 4 meno di me). L’ho incontrata al Teatro Sistina mentre ritirava un premio. Mi sono accorto che tra tutte le personalità presenti, la più moderna e curiosa era quella strana ragazza con i capelli corti bicolori, che parlava in fretta e con grande cognizione di causa. Un talento eccezionale. L’ ho invitata una sera a casa mia ed è venuta con la sorella».
Come è proseguito il corteggiamento?
«Siamo andati casa di Agostina Belli dove c’era una festa. Avevo convinto il mio amico Lucio Battisti a venire con noi. Lucio non amava le feste e non andava da nessuna parte perché diceva: “Poi mi fanno cantare”: Io lo convinsi dicendogli “Vedrai che non succederà, mangiamo una cosa e basta. Garantisco io”. Venne . E fu lui invece che, vedendo una chitarra, di sua spontanea volontà la prese e cominciò a cantare “Io vorrei, non vorrei, ma se puoi …come può uno scoglio arginare il mare …”. Io e Mariangela ci guardammo. Eravamo già cotti».
Renzo Arbore: “Con Mariangela? Ho avuto un compito fino al suo ultimo respiro”
E così è nata una grande storia d’amore…
«Io cominciai a frequentare casa sua e nacque un amore indimenticabile, fortissimo, rispettoso, molto sorridente. Abbiamo riso tanto. Sì, una storia d’amore sorridente e straordinaria, senza mai una lite. Mai. Io rispettavo le sue opinioni e lei le mie. Non parlavamo per essere polemici. Io riconoscevo le sue ragioni, lei le mie, ma più spesso ero io a riconoscere le sue, perché le donne sono più mature in quella stagione della vita . Io non ero maschilista, ma mi portavo dietro un po’ di retaggio “l’uomo è sempre uomo”, ma con lei quell’aspetto era scomparso».
Parla come se fosse stato completamento rapito da lei, dalla sua anima, dalla sua grazia appunto.
«E’ così, mi piaceva tutto di lei. Mariangela si era fatta da sè, aveva una grande cultura, leggeva , studiava, studiava, studiava. Il teatro era la sua grande passione. Nella nostra storia io fingevo di non sapere e quando andavamo a teatro mi facevo spiegare la trama».
[…] Ci sono momenti particolarmente impressi nella sua memoria?
«La festa dei suoi 40 anni e un capodanno: avevamo tantissimi inviti a tante feste. Abbiamo dato buca a tutti e abbiamo passato quel capodanno a casa, a Roma, con cotechino e lenticchie, solo noi due. Eravamo troppo innamorati».
Qual è l’aggettivo che definisce meglio Mariangela Melato?
«Alda Merini l’ha definita “Una ragazza piena di grazia”, una frase scolpita nella mia mente. Io che le sono stato accanto nei momenti belli e brutti, che l’ho seguita fino alla morte posso dire di aver toccato con mano quella grazia. Sempre. Non aveva nessun vezzo delle attrici, non aveva invidie per nessuno, detestava i pettegolezzi, , mai nessuna piccineria. Fino all’ultimo respiro (Mariangela è mancata l’11 gennaio 2013, ndr), sua sorella Anna, le sue due amiche del cuore Annabella e Giovanna, ed io l’abbiamo assistita. L’abbiamo assistita negli anni dolorosi della malattia. Il mio ruolo fino al giorno prima dell’addio era farla sorridere».
Renzo Arbore: “Con Mariangela Melato amore straordinario”
Perché e quando è finita la vostra storia d’amore?
«Mariangela, nei primi anni Ottanta, è andata negli Usa a tentare la carta americana. Allora non c’erano i telefonini e ci siamo distratti. E ce l’eravamo anche detto: “Attenzione che ci distraiamo”… Lei ha avuto incontri americani, io da solo a Roma mi sono distratto e così quando dopo quasi due anni è tornata ci siamo accorti che non ci divertivamo più insieme. Tacitamente ci siamo lasciati andare, senza litigare. E’ stato un allontanamento dolce, senza rancori. Salvo poi riprendere dopo anni (nel 2007, ndr). Più adulti, si è riformata la coppia anche perché l’affetto era rimasto integro anche nel periodo di lontananza».
[…] Immagino le manchi tutto di lei.
«Sì. Mi manca il grande affetto, il sentimento e i suoi codici. Mariangela aveva dei codici: l’onestà, non pensare al danaro, la correttezza, la superiorità nei confronti del pettegolezzo, l’amore per la lettura, l’ informazione, lo studio. Parlavamo di politica, ci confrontavamo».
[…] Domenica come festeggerebbe gli 80 anni di Mariangela se lei fosse qui?
«Le regalerei una bacchetta magica, perché lei era legata al mondo delle fate. Una bacchetta con la quale vivere gli anni della terza età che ci avrebbero portato salute successo e amore. Mi sarei procurato una bacchetta magica finta, quelle americanate, per darle quell’augurio di cui lei si sarebbe rallegrata moltissimo. Lei era modesta, bastava un piccolo regalino ed era felice».
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