Paola Ferrari e il MeToo in Rai: “Ne ho respinti tanti. Politica? Sbagliai allora, ma adesso è un’opzione”. La giornalista è conduttrice Paola Ferrari rivela di aver respinto diversi tentativi di approccio sessuale, e non solo, in una intervista a ‘La Repubblica’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
[…] lascia. Sul serio?
“Credo che non tornerò indietro. Bisogna sapersi reinventare, nella vita, e non farlo troppo tardi, voglio fare tante altre cose, soprattutto con la Lucisano Media Group, di cui faccio parte. Scriviamo format per la tv, giriamo documentari. Se ne potrebbero fare anche sul calcio, che ora va raccontato così vista l’overdose di partite. Puntare sulle storie, penso a Messias, in tre anni dalla D al Milan. Ma vorrei anche mettere in piedi un allevamento di cani bovari bernesi. Di idee ne ho, dormo 5 ore a notte”.
A tanti spettatori mancherà. A uno no: Giampiero Galeazzi, che le ha dato della invadente e della prevaricatrice.
“Che dolore queste parole. A me invece Giampiero manca, anche se il rapporto non è stato facile. Però sì, sono stata un po’ invadente e prevaricatrice, e lo rivendico. Perché è il solo modo delle donne di potersi fare avanti nel giornalismo sportivo, dove spesso siamo considerate solo ornamento, solo bellezza e mai competenza.
E tante giornaliste donne, evito i nomi, ci sguazzano, puntano sul vestito succinto, sull’ammiccamento, e di calcio non sanno nulla, facendo del male a tutta la categoria. Un errore che fa parte di quello più generale: pensare che il calcio non sia cose da donne. È un caso se non c’è mai stata una donna a dirigere un giornale sportivo o Raisport? Vice, al massimo, ma direttrici mai. Non mi candido, eh? Io sono fuori, ormai”.
A proposito, mai avuto problemi di #MeToo in Rai?
“Non sa quanti! Tutti tentativi, sia chiaro, tutti respinti con perdite. La prima volta ero a Portobello, il mio debutto tv, nel 1977. Enzo Tortora, signore come pochi, mi difese a spada tratta. Chi nega che certe cose in Rai esistano è un ipocrita”.
Paola Ferrari e il MeToo in Rai: “Ne ho respinti tanti”
[…] Ha rimpianti professionali?
“Dopo essere stata la prima donna a condurre sia 90° che la Ds direi di no. Ecco, magari mi è dispiaciuto non poter condurre un talk show, avere una riconoscibilità maggiore che quella solo del giornalismo sportivo”.
E cosa le manca di più?
“La Domenica Sportiva, l’ho condotta nove anni ed era il mio sogno da bambina quando guardavo Alfredo Pigna, Sandro Ciotti, Gianni Minà, e c’era la straordinaria Maria Teresa Ruta. Arrivarci è stato davvero realizzarmi professionalmente”.
E se la Rai gliela riproponesse tornerebbe indietro sul suo addio?
“No. Anzi sì, ma a una condizione: presentarla assieme ad Amadeus”.
[…] Torniamo ai rimpianti. Forse essersi candidata nel 2008 alla Camera per La Destra è un errore che non rifarebbe.
“Ai tempi fu un errore sicuramente, diventai una donna di parte, il pubblico non capì. Adesso potrebbe essere una delle opzioni post-Rai, ho le mie idee e mi piace portarle avanti”.
Chiudiamo tornando agli inizi, a “Portobello”. Ci racconti di più. Era una bambina.
“Beh 16-17 anni, ero una delle centraliniste. Facevamo 28 milioni di ascolti, Italia-Inghilterra ne ha fatti 20. Tortora era straordinario. E aveva un senso etico: non ci fece mai mettere la scollatura. Ed era sempre prodigo di consigli”.
A lei cosa disse?
“Tenere la schiena dritta e la testa alta e guardare sempre la gente negli occhi, in senso fisico e metaforico. Mai dimenticato”.
Aggiungi Commento