Marco Liorni pazzo di Napoli: “Città fantastica e avvolgente. E quando ti offrono il caffè…”. Il conduttore si gode il capoluogo partenopeo dove si è trasferito per girare ‘Reazione a Catena‘. Di seguito alcuni passaggi dell’intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’.
Come sono le sue giornate di lavoro a Napoli?
«Cominciano presto. Mi sveglio alle sei e mezza, esco e vado a fare una passeggiata o una corsa sul lungomare, che è un luogo meraviglioso. Rientro in albergo, faccio colazione, poi un po’ di ginnastica nella palestra dell’hotel. Vado in studio e lì registriamo fin verso le 19.30. Faccio una vita militaresca, con orari ben scanditi. E “annaffiata” di caffè napoletano che, oltre a essere buono, è speciale. Quando ti invitano a prendere un caffè è come se ti dicessero: “Ti voglio bene”, non puoi dire di no, potrebbe essere preso per uno sgarbo».
E quando si vuole rilassare?
«Ci sono le coccole: una pizza, una sfogliatella (preferisco la frolla alla riccia). Ma quell’ora sul lungomare la mattina mi ritempra e mi mette in pace con il mondo. Questa città è fantastica e avvolgente».
Questa estate può solo sognare di fare una bella vacanza, ma qual è la sua vacanza da sogno?
«In questi due anni a causa della situazione mondiale abbiamo passato le vacanze in Italia: ma ci è andata di lusso perché siamo il Paese più bello del mondo. Però c’è un viaggio che sogno di fare, anzi due: visitare l’Argentina e il Giappone. In un mondo globalizzato, il Giappone, in particolare, mi dà ancora l’idea del viaggio, dell’entrare in una realtà completamente diversa dalla nostra: mi incuriosisce moltissimo».
Qual è la vacanza, tra quelle che ha fatto, che più si avvicina alle sue mete da sogno?
«I luoghi sono importanti, ma il viaggio dipende dalla persona con cui lo condividi. Ne ricordo uno in Israele e Giordania con Giovanna (Astolfi, sua moglie, ndr): posti pazzeschi, ma soprattutto ero felice di stare con lei».
[…] Il viaggio indimenticabile?
«Nel 2014 ho perso mio papà ed è stato un anno di “accelerazione”. Io e Giovanna abitavamo già insieme, avevamo due bambine, ma siamo andati a trovare mia zia che vive a Los Angeles e lì abbiamo formalizzato la nostra unione. Quando è morto mio padre mi è presa una fretta incredibile, forse per il contatto ravvicinato con la fine, per cui ci siamo sposati lì negli Stati Uniti e una volta rientrati in Italia abbiamo trascritto immediatamente il matrimonio».
Preferisce il mare o la montagna?
«Se devo scegliere dico mare, perché se non c’è il mare non è estate».
Il mare più bello che ha visto nella sua vita?
«In Italia, a San Vito Lo Capo in Sicilia, nel Salento in Puglia e a Villasimius in Sardegna».
Marco Liorni pazzo di Napoli: “Città fantastica e avvolgente”
[…] È tipo da sabbia o da scoglio?
«Da scoglio perché lo associo al profumo del mare, dello iodio, della salsedine. La sabbia invece è per me la spiaggia con lettini e ombrelloni e non mi fa impazzire. Oddìo, anch’io faccio vita da spiaggia, eh? Ma ho orari un po’ strani…».
Cioè?
«Vado la mattina molto presto, faccio colazione in spiaggia in un chioschetto, poi rientro. Torno in spiaggia verso le due quando non c’è quasi nessuno e lì mi piace stare in pace a leggere un libro. E poi il mio momento preferito: il tramonto. Con gli amici portiamo gli aperitivi e la chitarra, e aspettiamo, cantando e sorseggiando una bevanda fresca, che il sole scompaia dietro al mare, e in quel momento parte l’applauso. È un rituale imperdibile delle mie vacanze».
[…] Abbiamo dato spazio al sogno. Torniamo alla realtà: cosa la diverte di più di “Reazione a catena”?
«Il gioco in sé. E il rapporto con i concorrenti, si crea un clima magico, ci divertiamo, chiacchieriamo, parliamo, scherziamo. Troviamo subito un’intesa, è proprio il gioco che aiuta a creare un clima leggero. Passiamo insieme un’ora e mezza spensierata e creativa».
Una squadra con cui è rimasto più in contatto?
«I “Tre Forcellini” (ovvero Gianluca Maguolo, Simone Pelizzola e Alessandro Fiorindo, tre studenti universitari di Matematica nell’edizione del 2019, ndr), dei grandi campioni. Sono stati tanto tempo il primo anno, ora ci scriviamo su Instagram».
Fino a quando andrà avanti con “Reazione a catena”?
«Fino alla fine di settembre. E per un paio di settimane si sovrapporrà a “Italia Sì!”, che riparte il sabato».
Ci saranno novità?
«Daremo sempre più spazio al Dna della trasmissione, all’essenza dello “speakers’ corner”, quello che noi chiamiamo podio: uno spazio libero di opinione, di racconto, di appello, ma anche di divertimento, per chiunque abbia qualcosa da dire».
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