Vincenzo Salemme: “Caffè, ragù, capitone. Non saranno mica bionici questi napoletani…”. L’attore e regista parla dei luoghi comuni a proposito delle abitudini dei napoletani in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Vincenzo, se le dico «Bello di Salemme» pensa che le stia facendo un complimento spudorato?
«Ahimè, non posso equivocare perché so che è il titolo del ciclo delle mie commedie che sta andando in onda su Rai5. E poi ormai vista l’età che avanza non potrei equivocare più, purtroppo (ride)».
Non si butti giù…
«Diciamo che è un bel titolo: mi fa sentire ancora fresco e giovane!».
[…] “Napoletano? E famme ‘na pizza” è il suo libro dove scherza con i luoghi comuni sui suoi concittadini. Facciamo un gioco: vediamo se lei è un napoletano doc.
«Sono pronto».
Il caffè va preso nella tazzina bollente.
«Sono contrario all’ustione, ma favorevole alla tazzina calda. E aggiungo che il caffè lo prendo in piedi, al bancone e subito, perché il caffè tiepido è una delle cose peggiori».
Il ragù la domenica.
«Lo so fare, seguendo le regole: impiego dalle sei alle sette ore. Certo, ci vuole un’altra età e un altro fegato per mangiarlo spesso».
Mangiare il capitone alla vigilia di Natale.
«Mi dispiace per il capitone ma… sì, lo mangio. È squisito. E mi piace fritto».
Suonare il mandolino.
«Non lo so suonare, ma lo amo moltissimo».
Vincenzo Salemme: “Caffè, ragù, capitone…i luoghi comuni sui napoletani”
Saper cantare alla perfezione i classici della canzone partenopea.
«Non sono un cantante ma sono intonato. E sì, li conosco tutti».
Saper raccontare le barzellette…
«Le saprei anche raccontare, ma non me le ricordo…».
Allora non è un napoletano doc.
«Ma Eduardo, Massimo Troisi, Totò… non mi risulta abbiano mai raccontato barzellette (ride)».
È in ottima compagnia allora. Passiamo al prossimo luogo comune: saper nuotare come un pesce.
«Sono nato in un paese, Bacoli, che è una lingua di terra in acqua: ho imparato a nuotare da piccolissimo. In pratica sono fatto di acqua di mare».
Fare il bagno in ogni stagione.
«Da ragazzino la regola era: il lunedì di Pasquetta bisognava fare il primo bagno dei cento della stagione. In pratica si finiva sempre a novembre».
Essere superstiziosi.
«Lo sono stato: il corno, la scala, il sale, lo specchio rotto, il viola a teatro, l’olio versato… ma ora non lo sono più».
Amare la pizza (ma qui siamo tutti napoletani allora).
«È in vetta alla classifica dei miei piatti preferiti, insieme con la mozzarella di bufala».
Essere sempre divertente.
«Perché un napoletano non può essere serio? Non può avere un problema?».
I napoletani li risolvono sempre i problemi.
«Ma non è vero! Non saranno mica bionici questi napoletani… (ride)».
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