Pioggia artificiale a Dubai: droni tra le nuvole con un carico particolare. Negli Emirati Arabi le temperature hanno toccato i 50°C e per sconfiggere caldo e afa opprimente, gli scienziati locali hanno spedito tra le nuvole alcuni droni con il compito di rilasciare scaricare elettriche per provocare la pioggia.
L’obiettivo è quello di aiutare ad aumentare le scarse precipitazioni annuali. E sta funzionando. Le riprese video rilasciate dal Centro nazionale di meteorologia degli Emirati Arabi Uniti mostrano acquazzoni simili a monsoni in tutto il paese che creano uno strato di pioggia, nonostante il paese sia nel mezzo di un’ondata di caldo estivo.
Il Centro di meteorologia ha spiegato che le precipitazioni sono state potenziate con una tecnica nota come “semina delle nuvole”, il cui scopo è aumentare la condensa nella speranza che possa innescare un acquazzone. Come riporta il Daily Mail, le operazioni di cloud watching a Dubai, e non solo, fanno parte di una missione da 15 milioni di dollari (12,7 milioni di euro) per generare pioggia nel paese, tra i primi 10 al mondo per siccità.
La semina delle nuvole negli Emirati Arabi Uniti è solo uno dei nove progetti che stanno portando avanti da quelle parti. Gli scienziati stanno studiando anche la possibilità di lanciare sulle nuvole missili di sale. Questa tecnica non è nuova, viene utilizzata anche in Colorado per indurre nevicate più abbondanti durante la stagione invernale. Ma alcuni dubitano sia veramente efficace.
Eppure quando è stata usata per le Olimpiadi di Pechino, nel 2008, per allontanare la pioggia dagli stadi, ha funzionato. In quel caso le nuvole sono state colpite da razzi carichi di cristalli di ioduro d’argento. E a quanto si dice l’ex URSS ha usato la semina delle nuvole nel 1986 per impedire che le radiazioni di Chernobyl raggiungessero Mosca.
Pioggia artificiale a Dubai grazie ai droni
Gli Emirati Arabi Uniti in passato hanno fatto ricorso alla desalinizzazione. L’acqua usata per fronteggiare il caldo proveniva dal processo di rimozione del sale dall’acqua di mare. Il Paese del Golfo consuma il 14% dell’acqua desalinizzata del mondo ed è il secondo produttore dopo la vicina Arabia Saudita.
Il tutto avviene nei 33 impianti di desalinizzazione che hanno fornito il 42% del suo fabbisogno, secondo un rapporto del 2013 del ministero dell’ambiente e dell’acqua. Ma secondo Omar al-Yazeedi, capo della ricerca presso NCMS, la pioggia innescata dall’inseminazione delle nuvole è molto più economica dell’acqua desalinizzata.
Per fare un esempio, nel 2010, quattro giorni di forti piogge indotte dall’inseminazione delle nuvole hanno portato acquazzoni equivalenti alla produzione di nove anni di un singolo impianto di desalinizzazione ad Abu Dhabi.
«Questo dimostra che c’è un’enorme quantità di acqua che potrebbe essere prelevata… È una fonte che non può essere ignorata», ha detto. Gli studi dimostrano che la semina delle nuvole può aumentare la quantità di pioggia tra il 5 e il 70%, a seconda della qualità delle nuvole, ha detto.
L’American Meteorological Society ha affermato nel 2010 che, nonostante alcune incertezze sulla sua efficacia, «grandi potenziali benefici possono giustificare investimenti relativamente piccoli per condurre il cloud seeding operativo».
Gli Emirati Arabi Uniti stanno anche studiando metodi per preservare la pioggia che colpisce il suolo, invece di lasciarla evaporare rapidamente o defluire in mare. Hanno costruito dighe e serbatoi per raccogliere l’acqua che inonda le valli desertiche. Il paese ha circa 130 dighe e argini con una capacità di stoccaggio di circa 120 milioni di metri cubi (più di quattro miliardi di piedi cubi), secondo il rapporto del ministero.
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