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Salute

Luce e nanosonde, scoperta nuova arma per scovare Alzheimer e tumori

Luce e nanosonde, scoperta nuova arma per scovare Alzheimer e tumori. Una nuova tecnica a disposizione dei ricercatori permette di riconoscere precocemente i tumori e alcune malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer. La nuova tecnica di diagnosi si basa sulla luce e non invasiva.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications e ripreso da Ansa, si deve a Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) e Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). La tecnica utilizza in modo innovativo delle nanosonde per ottenere in modo non invasivo informazioni dall’interno di organi e tessuti. Si può applicare in tutti i casi in cui l’obiettivo da raggiungere è ad una profondità tale per cui altre tecniche di diagnosi esistenti, come i raggi X o la risonanza magnetica, non sono efficaci.

Guidati da Giancarlo Ruocco dell’Iit e da Marco Leonetti del Cnr, i ricercatori hanno simulato in laboratorio la diffusione della luce in un sistema complesso come il corpo umano e ne hanno poi misurata la deformazione grazie a una nanosonda delle dimensioni 10.000 volte inferiori al diametro di un capello.

Luce e nanosonde, nuova tecnica contro tumori e Alzheimer

“Con questa tecnica riusciamo a vedere cosa accade all’interno dei tessuti senza avere delle vere e proprie immagini, ma ricostruendo il sistema in base all’angolo di rifrazione della luce”, osserva Ruocco.

La nanosonda, aggiunge Leonetti, “si comporta come un satellite inviato nello spazio, che raccoglie le informazioni nelle sue vicinanze e le trasmette sulla Terra. Misura le proprietà della luce nelle vicinanze e riesce a mandarle agli strumenti di misura dei ricercatori oltre il ‘muro opaco’ (dell’organo o tessuto ndr). In questo modo si possono avere informazioni in vivo, evitando interventi più invasivi”.

Grazie a questa scoperta, conclude Ruocco, “si può quindi pensare ad una futura generazione di nanosonde biocompatibili in grado di darci informazioni sulla comparsa di alterazioni locali del tessuto biologico in zone inaccessibili, come accade per alcune malattie neurodegenerative, o per i tumori”.

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