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I 60 anni di Alba Parietti: “Negli anni 90 ho guadagnato un pozzo. Quel no a Berlusconi. E su Ezio Bosso…”

I 60 anni di Alba Parietti: “Negli anni 90 ho guadagnato un pozzo. Quel no a Berlusconi. E su Ezio Bosso…”. La conduttrice e opinionista tv ripercorre le tappe più significative dei suoi 60 anni in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Sono 60. Ripercorriamoli per immagini. Ne scelga una per l’infanzia.
«Via Buttigliera 5, a Torino. Sono sul balcone che aspetto mio padre dal lavoro. Lo vedo arrivare e poi usciamo, mi porta a fare una passeggiata o a giocare la schedina. Al bar mi fa giocare a flipper, salgo su una sedia perché non ci arrivo. Di quell’età è anche l’immagine di mia mamma che prepara panini con la Nutella e Coca Cola con ghiaccio per i miei amichetti».

Adolescenza.
«Sono una ragazzina bella, ma inconsapevole. Ho i capelli lunghi e scompigliati, piaccio a tutti i maschi. Sono uno strano animale aggressivo, spudorata, e racconto un sacco di balle: una è che ho fatto una puntura contro il dolore, la mia amica Patrizia Perrone mi tira i pizzicotti e io resisto anche se soffro; un’altra è che ho un’amica che vive in Francia e fa una vita meravigliosa, quella che vorrei per me».

Anni Ottanta.
«Fingo di passare per caso davanti alla sede Rai di Torino vestita di leopardo, con i capelli cotonati con il frisè, non sembro una che ha studiato dalle orsoline con Marco Travaglio. Attiro l’attenzione e Jerry Calà mi chiede il numero di telefono. Un giorno chiama a casa e mi invita a raggiungerlo con I Gatti di Vicolo Miracoli e conosco Franco Oppini, che diventerà mio marito e il padre di mio figlio Francesco. Da lì vengo catapultata in un mondo diverso, comincio a lavorare nelle tv private, faccio la valletta di Amanda Lear, per me una dea…».

I 60 anni di Alba Parietti: “Negli anni 90 ho guadagnato un pozzo”

Anni Novanta.
«Tutto quello che non potevo neanche immaginare si avvera. Sono seduta sullo sgabello di Galagoal a Telemontecarlo, un’intuizione di Ricardo Pereira, e da lì stravolgo la messa cantata del calcio maschile. Ho una gran faccia tosta, ostento una sicurezza che mette a disagio gli uomini, ma sono preparata, mi aiutano dalla redazione e studio tanto. Da quel momento tutti si accorgono di me, Rai, Mediaset, mi chiamano Berlusconi, Agnelli, vengono in trasmissione Maradona e Pelè, scrivono di me il New Yorker, Le Figaro…».

[…] Che cosa l’ha fatta guadagnare di più?
«Ah beh, gli anni Novanta furono un pozzo di guadagno incredibile. Dopo Galagoal cominciarono a offrirmi 35 milioni a puntata, qualunque cosa facessi. Firmai un contratto con la Ip per un miliardo. È vero che come ho già raccontato rinunciai ai 9 miliardi che mi offriva Berlusconi per lavorare tre anni a Mediaset, ma forse ne guadagnavo due l’anno».

[…] È vero che fece svenire Alain Delon?
«Sì, dovevamo partecipare entrambi ad Amici. Non ci vedevamo da molto tempo, lui era risentito perché avevo avuto liaison con il suo avvocato. Ma vede, Delon non era mai stato l’oggetto dei miei desideri perché era troppo bello, troppo perfetto. Comunque, a distanza di tanto tempo ci incontrammo di nuovo e io fui affettuosissima, come se non fosse successo niente. Lui andò in crisi e si sentì male. Racconta che l’ho fatto svenire io».

I 60 anni di Alba Parietti: “Quelli che erano i miei miti sono diventati amici”

Ha incontrato tantissime persone. Chi l’ha emozionata di più?
«Come scegliere… Elton John, conosciuto a casa di Gianni Versace, il simpaticissimo Jack Nicholson, David Copperfield, i Duran Duran, Oliver Stone, Bloomberg. La cosa bella è che quelli che erano i miei miti sono diventati miei amici: penso a Claudio Baglioni, di cui ero innamorata, ad Antonello Venditti, Fabrizio De André, Gianni Morandi. Una volta in aereo Luigi Lo Cascio mi chiese l’autografo: lui a me! Forse però l’incontro più sconvolgente, emotivamente più forte, è stato con Ezio Bosso».

Perché?
«Era una delle poche persone davanti alle quali mi sentivo in soggezione. Nella sua tragedia immane ha messo in scena la sua malattia, condividendola con la musica. Sarebbe bello raccontare questi personaggi anche nelle zone d’ombra, perché hanno sviluppato il genio attraverso grandi dolori che li hanno resi crudeli. Con lui fu un rapporto devastante».

Avete avuto una storia?
«Non c’è nulla di male nell’ammettere che ci sia stata una storia, complessa, dolorosa e pericolosa, irripetibile, che mi è costata moltissimo sul piano emotivo, ma che sono felice di aver vissuto. È stato un sogno a tratti meraviglioso, fuori da ogni logica umana».

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