Stop mascherine all’aperto: subito boom di prenotazioni dal chirurgo estetico. L’addio all’obbligo di indossare la mascherina all’aperto, nelle zone bianche, ha indotto molte persone a rivolgersi alla chirurgia estetica in vista dell’estate. Gli interventi più richiesti sono quelli al naso, agli zigomi e alle labbra. I progressi nel campo della chirurgia plastica sono sorprendenti. I metodi poco invasivi di questi interventi ormai quasi di routine assicurano ottimi risultati senza troppi segni visibili.
Il minilifting composito, per esempio, è una tecnica innovativa molto diffusa, meno invasiva rispetto al classico lifting facciale. Si effettua tramite una piccola incisione alla base del padiglione auricolare. Da lì è possibile procedere con uno scollamento di 5-6 cm sottocute e con il riposizionamento
dei tessuti verso l’alto. La durata dell’intervento è di circa un’ora e anche il post operatorio consiste in 24 ore di bendaggio, 4 giorni di medicazione e dopo 7 giorni rimozione dei punti di sutura. Nonostante la “semplicità” dell’operazione, i risultati sono considerevoli.
“Molto richieste sono anche le micro-protesi facciali con effetto riempitivo su tempie e orbite scarnite o nasi grossi e adunchi”, ha dichiarato Daniele Spirito, specialista in chirurgia plastica a Roma e Como e docente presso la Scuola di specializzazione in Chirurgia Plastica dell’Università di Milano.
Stop mascherine all’aperto: subito boom di prenotazioni dal chirurgo estetico
Questo intervento consiste nel posizionamento di protesi di silicone sotto le orbite oculari posizionate a 2/3 mm per il ringiovanimento del viso fino a 15 anni. Le protesi sono inserite sotto la palpebra e si estendono fino allo zigomo, con lo scopo di ridonare la curvatura persa con l’avanzare dell’età.
Tra gli interventi più richiesti le protesi labiali, più durature del filler, per labbra più carnose e a lunga tenuta. La pandemia sembra non aver influito sul settore della chirurgia plastica. Nel 2020 si è riscontrato un aumento del 25% di interventi di questo settore rispetto al 2019.
Questo fenomeno è dovuto in parte anche allo Zoom Boom, ovvero la costante esposizione alla propria immagine durante le videocall che hanno sostituito le riunioni in presenza durante il lockdown. I dati, inoltre, mostrano che la maggior parte di coloro che ricorrono al “ritocchino” preferiscono i filler iniettabili agli interventi veri e propri, sia per le tecniche ormai perfezionate sia per la breve durata delle sedute (fonte: Tgcom24).
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